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Giorgia Meloni vola in Cina, cosa spera di ottenere e di cosa parlerà con il presidente Xi Jinping

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è volata a Pechino per il suo primo viaggio diplomatico in Cina: lunedì dovrebbe incontrare il presidente cinese Xi Jinping, mentre domani inaugurerà il Business forum Italia-Cina. Sul tavolo ci sono i rapporti diplomatici di Pechino con Italia e Ue, l’invasione russa in Ucraina, ma anche molte iniziative commerciali.
A cura di Luca Pons
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Giorgia Meloni e il viceministro degli Esteri cinese Deng Li. Fonte: Palazzo Chigi
Giorgia Meloni e il viceministro degli Esteri cinese Deng Li. Fonte: Palazzo Chigi

È iniziata la missione diplomatica di Giorgia Meloni in Cina, la prima da quando è presidente del Consiglio. La premier è atterrata oggi a Pechino, e da domani avranno il via i faccia a faccia: prima il premier Li Qiang e il presidente dell'Assemblea del popolo Zhao Leji; poi, lunedì, il vertice con il presidente cinese Xi Jinping. Meloni domani inaugurerà anche il Business forum Italia-Cina. La missione durerà poi fino al 31 luglio, e prevederà una trasferta a Shanghai. Gli obiettivi dell'incontro sono sia diplomatici che economici, e in generale l'intenzione del governo Meloni sarà con tutta probabilità quella di ristabilire un legame con l'esecutivo cinese, dopo l'uscita dalla Nuova Via della Seta, che aveva creato potenziali tensioni.

L'attenzione su Ucraina, Russia e Ue

Sul piano politico, i temi da affrontare con la Cina sarebbero moltissimi. In questi mesi, Pechino ha provato ad affermare il proprio ruolo come possibile mediatore sia nel Medio Oriente (ospitando alcuni incontri tra le diverse fazioni palestinesi, tra cui Fatah e Hamas), sia nel conflitto in Ucraina. Pochi giorni fa, il ministro degli Esteri italiano Tajani ha ribadito: "La Cina ha un grandissimo ruolo per convincere la Russia a fare marcia indietro nella guerra di aggressione all'Ucraina", aggiungendo: "Spero che la prossima conferenza di pace possa vedere presente la Cina e perché no, anche la Russia. Noi dobbiamo perseguire un risultato di pace, ma che sia una pace giusta".

Il tema dei rapporti Russia-Cina è estremamente delicato: d'altra parte, l'ultimo summit della Nato a Washington nelle sue conclusioni ha parlato di una "seria preoccupazione" nei confronti di Pechino, anche per il suo sostegno militare a Mosca e alla Bielorussia. È probabile che dal confronto con Meloni non emergeranno svolte da questo punto di vista. Ma la premier italiana si presenta anche come presidente di turno del G7: anche il gruppo delle grandi potenze in passato ha criticato la Cina, in modo più o meno diretto, anche parlando della situazione a Taiwan. L'incontro sarà quindi l'occasione per il presidente Xi di rinsaldare i rapporti non solo con l'Italia, ma con un Paese del G7 e dell'Ue – a cui Pechino potrebbe decidere di provare a riavvicinarsi, nei prossimi anni, soprattutto se negli Stati Uniti dovesse essere rieletto Donald Trump con la sua linea isolazionista.

I rapporti commerciali Italia-Cina senza la Via della Seta

Anche dal punto di vista economico, la visita può avere un certo rilievo. Il governo Meloni alla fine dell'anno scorso ha deciso di portare l'Italia fuori dalla Nuova Via della Seta, o Belt and Road Initiative. Una mossa che aveva rischiato di creare tensioni tra i governi, per quanto non ne sia nata una vera e propria polemica a livello internazionale e i toni siano sempre rimasti contenuti. Nel frattempo, quest'anno è il ventesimo anniversario dell'accordo di partenariato strategico globale tra Italia e Cina: un testo ormai superato in diversi punti.

Dal punto di vista commerciale, fonti della delegazione italiana hanno fatto sapere che tra le intenzioni c'è quella di rafforzare lo scambio tra i due Paesi, che l'anno scorso ha raggiunto un volume di 66,8 miliardi di euro (il secondo più grande con un Paese extra-Ue, dietro agli Stati Uniti). Qui torna la questione del Business forum Italia-Cina: infatti, ad accompagnare Meloni nella sua trasferta ci sono molte grandi aziende italiane, e tra i partecipanti al forum ci saranno tra gli altri Eni, Leonardo, Iveco, Fincantieri, Snam, Pirelli, Intesa, Generali, Prada. Tra Italia e Cina si lavora anche ad accordi su alcuni stabilimenti per produrre veicoli elettrici (che, se costruiti in territorio italiano, permetterebbero a Pechino di aggirare i dazi imposti dall'Ue).

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