Se il buongiorno si vede dal mattino, per Giorgia Meloni questa campagna elettorale sarà una marcia trionfale. Accreditata già oggi come leader della prima forza politica, in crescita, ieri ha incassato dagli alleati Salvini e Berlusconi la promessa che sarà lei a indicare il prossimo – meglio: la prossima – presidente del Consiglio se il suo partito prenderà più voti degli altri. Pronostico facile, questo, visto lo stato in cui si trovano la Lega e Forza italia dilaniate al loro interno dai mal di pancia di chi non ha digerito la caduta del governo Draghi.
Buon per Giorgia, pure questo, visto che si è goduta la caduta dell’esecutivo dall’opposizione, senza muovere un dito, lasciando agli alleati, ai Cinque Stelle di Conte e all’orgoglio ferito del Presidente del Consiglio il compito di buttar giù l’esecutivo sostenuto dalla più ampia maggioranza parlamentare che si sia mai vista. Di fatto, risparmiandosi le accuse di aver cospirato contro un esecutivo amico dell’Europa e dell’Occidente e nemico di Putin, esecutivo che ha addirittura sostenuto quando ha votato a favore degli aiuti militari all’Ucraina.
Strike perfetto, se si considera poi che la caduta di Draghi ha provocato pure la fine del campo largo di centrosinistra cui Enrico Letta aveva lavorato da quando si era seduto sulla poltrona di segretario del Partito Democratico, balcanizzando il fronte avverso alla coalizione di destra, che a oggi è diviso in tre fazioni una contro l’altra armate, più Renzi che non se lo vuole pigliare nessuno.
Un capolavoro, questo, che spiana la strada alla destra trazione Meloni in quei collegi uninominali che eleggeranno più di un terzo del Parlamento e dove Giorgia & co avranno vita facilissima contro il centrosinistra diviso. Capolavoro, giova ricordarlo, per il quale dobbiamo ringraziare il Partito Democratico allora guidato da Matteo Renzi, che promosse l’attuale legge elettorale che prende il nome dall’attuale capogruppo alla camera di Italia Viva Ettore Rosato, e l’attuale (ex) maggioranza di governo tutta, che quella legge non è riuscita a cambiarla.
Tutto questo, lo diciamo di nuovo, è successo a prescindere da Giorgia Meloni, negli ultimi scampoli di un ciclo politico in cui ha scelto di stare all’opposizione senza toccar palla, dall’inizio alla fine. Tutto quel che succederà, lo diciamo ancora meglio, succederà perché tutti i partiti stanno regalando l’Italia a Giorgia Meloni, mentre dicono di combatterla.
Se il buongiorno si vede dal mattino, insomma, è notte fonda.