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Giorgia Meloni risponde su X a Sea Watch e dice che i centri in Albania sono su mandato dei cittadini

Giorgia Meloni ha risposto su X all’ong tedesca che ha accusato il governo di aver sprecato i soldi degli italiani per “deportare e incarcerare qualche migliaia di migranti in Albania”. Per la premier l’apertura dei centri risponde a “un chiaro mandato ricevuto dai cittadini”.
A cura di Giulia Casula
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Dopo diversi rinvii è quasi tutto pronto in Albania. Questa settimana, salvo nuove proroghe, dovrebbero essere aperti i centri in cui saranno trasferiti i migranti in attesa di rimpatrio.

Nella struttura di accoglienza di Gjader verranno portati i primi 400 migranti "ma tutto è legato a quanto avviene nel Mediterraneo, tutto dipende dall'attività dei trafficanti", ha chiarito il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.

In attesa dell'apertura dei due centri, a Gjader e Schengjin, su X si è consumato uno scontro tra l'ong tedesca Sea Watch e la presidente del Consiglio. "Il Governo Meloni degli autopronunciati patrioti spende centinaia di milioni di euro dei contribuenti per deportare e incarcerare qualche migliaia di migranti in Albania", si legge nel tweet pubblicato dall'organizzazione non governativa. "Forse le tasse degli italiani possono essere spese meglio, per accogliere e includere, anziché respingere", scrivono ancora.

L'attacco dell'ong non è piaciuto a Giorgia Meloni, che ha deciso di intervenire in prima persona, rispondendo al post dal suo account ufficiale. "Che scandalo! Un governo che – con un mandato chiaro ricevuto dai cittadini – lavora per difendere i confini italiani e fermare la tratta di esseri umani, attraverso azioni concrete e accordi internazionali", ha scritto la premier.

Il botta e risposta arriva dopo i diversi attacchi sferrati dalle opposizioni, che nelle ultime ore, hanno bersagliato il governo accusandolo di aver sprecato i soldi pubblici in un progetto destinato a essere un flop ancora prima di partire. "Con con 800 milioni complessivi che avremmo potuto mettere sulla sanità", ha commentato la segretaria del Partito democratico Elly Schlein. "Siamo contro questa violazione dei diritti fondamentali di chi chiede asilo, che è anche un enorme spreco di soldi dei contribuenti italiani", ha aggiunto la dem.

Anche Carlo Calenda ha espresso le sue perplessità. "È una buona distribuzione delle risorse pubbliche: sono 30 mila euro a migrante se gliene diamo un decimo, se ne vanno per conto loro. Sono molto rigido sull'ingresso di migranti, ho sempre pensato che quelli che fanno un ingresso illegale debbano essere respinti. E tuttavia c'è proprio una questione di questo tipo: è un provvedimento immagine, questi 500 migranti sui 120 mila che arrivano non li teniamo in Italia, però ci costano 30 mila euro a testa. Di fatto, per fare una comparazione, costano più di un operaio specializzato alla Fiat. Allocazione delle risorse direi brillante, però io sono un comune mortale: a palazzo Chigi c'è Wonder woman, Piantedosi non so come collocarlo ma è un altro dei Marvel", ha commentato sarcastico.

Da Alleanza Verdi-Sinistra invece, chiedono trasparenza dopo che l'inchiesta di Domani ha acceso un faro sui presunti appalti per la realizzazione dei centri, che sarebbero stati assegnati senza gara per un valore di circa sessanta milioni di euro. "È urgente che il governo renda pubblici gli elenchi delle società albanesi e non, che hanno beneficiato degli affidamenti diretti per un totale di 60 milioni di euro, e di conoscere le ditte che hanno lavorato in subappalto per queste affidatarie", ha dichiarato il leader di Europa Verde Angelo Bonelli. "Chiedo di sapere chi sono gli operai che hanno lavorato alla realizzazione dei centri per migranti e con quali contratti sono stati assunti. Chi ha controllato le procedure di assunzione e verificato che non vi fossero condizionamenti legati ai clan?", ha chiesto. "Vogliamo sapere chi sono queste società e capire se ci sono condizionamenti da parte della politica albanese, per fugare ogni dubbio. I nostri organi di controllo, a partire dal Parlamento e dalla Commissione parlamentare antimafia, devono svolgere gli opportuni controlli e rendere pubblici i documenti", ha concluso.

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