Giorgia Meloni rilancia il blocco navale contro i migranti: “Uno Stato serio difende i confini”
Per Giorgia Meloni – e per la destra in generale – è sostanzialmente in corso un'invasione dell'Italia. Ma questa non è una novità. La leader di Fratelli d'Italia punta moltissimo – insieme a Matteo Salvini – sul tema immigrazione e sicurezza. E, anche se nel capitolo del programma del centrodestra non vengono messe nero su bianco queste esatte parole, Meloni torna a proporre il blocco navale per fermare i migranti che partono dal Nord Africa. Al di là della reale fattibilità della sua proposta, la candidata alla presidenza del Consiglio continua a ritirarla fuori ogni volta che l'hotspot di Lampedusa va in sofferenza – accade spesso in stagioni come quella estiva in cui aumentano i flussi migratori – o quando c'è un fatto di cronaca che è possibile utilizzare nella macchina della propaganda.
"Uno Stato serio controlla e difende i propri confini – scrive Meloni sui suoi social – Non mi stancherò mai di ribadire che l’unico modo per fermare l’immigrazione clandestina è il blocco navale: una missione europea in accordo con le autorità nordafricane". E aggiunge: "Solo in questo modo sarà possibile mettere fine alle partenze illegali verso l’Italia e alla tragedia delle morti in mare". Poi l'invito elettorale: "È giunto il momento di voltare pagina. Avverrà il 25 settembre se gli italiani ci daranno fiducia". Il tutto riprendendo un titolo dell'Ansa sulla situazione a Lampedusa e allegando una fotografia con la stessa nave copiata e incollata più volte per dare l'idea di invasione.
Nel programma del centrodestra, però, si parla più genericamente di "contrasto all'immigrazione irregolare e gestione ordinata dei flussi legali di immigrazione" e di "difesa dei confini nazionali ed europei come richiesto dall'UE con il nuovo Patto per la migrazione e l'asilo, con controllo delle frontiere e blocco degli sbarchi per fermare, in accordo con le autorità del nord Africa, la tratta degli esseri umani". Ma tornano anche gli "hot-spot nei territori extra-europei, gestiti dall'Unione Europea, per valutare le richieste d'asilo".