Giorgia Meloni ora deve fare i conti con il centrodestra diviso sull’invio di armi all’Ucraina
Non c'è solo Silvio Berlusconi, con le sue dichiarazioni di accusa a Zelensky e di invocazione della fine della guerra. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni vede entrambi gli alleati, Lega e Forza Italia, esitare sull'invio di armi all'Ucraina. Con Berlusconi, a quanto risulta, non c'è ancora stato un faccia a faccia per chiarire. A difendere il presidente di Forza Italia ci hanno pensato gli esponenti di Forza Italia – e anche la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakarova: "In un altro impeto di rabbia impotente, l’abitante del bunker (Zelensky, ndr) ha attaccato Berlusconi, che aveva ricordato al regime di Kiev il Donbass".
In generale, il centrodestra appare diviso sul tema dell'invio di armi italiane in Ucraina, e ormai fa poco per nasconderlo. Dopo la visita in Ucraina, Meloni ha parlato al Tg4 rivendicando quanto fatto dal suo governo finora: "Siamo al sesto pacchetto di armamenti e di sostegno nel quale ci sono molto cose utili che ci erano state chieste dagli ucraini. Ci siamo concentrati molto sul tema della difesa antiaerea nel tentativo di difendere le infrastrutture strategiche, così come ci siamo concentrati sugli strumenti per lo sminamento". E per quanto riguarda il futuro, ha detto che "quello che possiamo fare faremo, ovviamente in accordo con la comunità internazionale".
Il riferimento è, tra le altre cose, all'invio di jet all'Ucraina. Un passo che finora i Paesi occidentali hanno evitato: anche nel corso del viaggio a Kiev, Meloni ha ribadito che per ora non se ne è discusso, ma che è una decisione da prendere con i partner internazionali. Tuttavia, la visita a sorpresa del presidente degli Stati Uniti Joe Biden a Kiev potrebbe essere anche il segnale di un maggiore impegno sul piano delle forniture militari.
Sugli aerei da guerra, però, sembra che gli alleati di Meloni non sarebbero disposti a seguirla. Tre giorni fa, il ministro degli Esteri Antonio Tajani (Forza Italia) ha detto a Controcorrente, su Rete 4: "Noi abbiamo materiale difensivo all'Ucraina, e continueremo su questo percorso". Ieri Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, è stato ancora più esplicito: "È giusto sostenere Kiev anche a livello militare e difendere il suo diritto all'autodeterminazione, tanto è vero che abbiamo votato tutti i provvedimenti", ha detto, per poi precisare:"Attenzione a non inviare armi che rischino di trascinare l'alleanza atlantica in un conflitto diretto con la Russia. Perché questo vorrebbe dire far scoppiare la guerra nucleare. Ci vuole prudenza. Usiamo la ragione e usiamo meno la propaganda bellicistica".
Una posizione non troppo diversa da quella dell’ambasciatore russo a Roma Sergey Razov, che ieri ha detto all'Ansa: "L’Italia si fa trascinare in una contrapposizione militare, diventando parte in causa nel conflitto". Anche Maurizio Gasparri, vicepresidente di Forza Italia, ha dichiarato: "Noi siamo preoccupati soprattutto del rischio di una escalation militare".
La presidente Meloni, invece, in un passaggio di una dichiarazione a Kiev ha spazzato via tutti i dubbi sulla disponibilità dell'Italia all'invio di armi: "Quando c'è un aggredito, tutte le armi sono difensive". Inclusi, quindi, anche gli aerei da combattimento che per adesso non sono stati discussi.
Oggi, una delegazione di Fratelli d'Italia visiterà l'ambasciata ucraina in Italia, a Roma, per esprimere il proprio sostegno. Ci dovrebbero essere Giulio Tremonti e il capogruppo alla Camera Tommaso Foti, tra gli altri. Secondo quanto comunicato, invece, non ci saranno né Lega né Forza Italia.