Giorgia Meloni non ha ancora deciso se candidarsi alle prossime elezioni Europee
Giorgia Meloni non ha ancora deciso se candidarsi alle prossime elezioni europee, ma ci sta pensando: da un lato ritiene che misurarsi con il consenso popolare sia sempre utile, dall'altro è restia ad aggiungere una campagna elettorale in prima linea a un'agenda già molto fitta. È questo il ragionamento che la presidente del Consiglio ha fatto nella conferenza stampa di fine anno, rispondendo a una domanda su una sua possibile candidatura in Ue.
"Se mi candiderò o no, è una decisione che non ho ancora preso. Sono una persona per la quale niente conta di più che sapere di avere il consenso dei cittadini, lo valuterò. Devo capire se una mia eventuale candidatura toglierebbe tempo al mio lavoro dal presidente del Consiglio, oltre alla campagna elettorale che naturalmente faremo tutti", ha commentato la presidente del Consiglio aprendo il tradizionale appuntamento con i giornalisti. Secondo Meloni testare il consenso popolare, soprattutto se anche i leader di opposizione si mettono in gioco, è importante: una sua candidatura, infatti, "potrebbe forse portare anche altri leader a fare la stessa scelta, penso nell'opposizione, e potrebbe diventare un test democratico molto interessante".
Meloni non sa se correrà alle Europee
Meloni ha ribadito: "Queste valutazioni farebbero protendere per un sì, ma non ho ancora deciso". Per poi specificare che una sua corsa in Ue sarebbe del tutto lecita: "Non sarebbe una presa in giro dei cittadini, come dice qualcuno, i cittadini lo sanno che non andrai in Europa, ma è un modo per dare un giudizio".La decisione, ad ogni modo, verrà presa con gli altri leader di maggioranza: "Penso che la decisione debba essere presa insieme agli altri leader della maggioranza".
Cosa ha detto la presidente del Consiglio sulle alleanze europee
Parlando poi del sistema di alleanza, la presidente del Consiglio ha detto: "Io lavoro per costruire una maggioranza alternativa che tra l'altro negli ultimi mesi ha dimostrato di esistere su alcuni dossier, dalla transizione Green all'immigrazione. Se questo non fosse possibile all'esito delle elezioni europee, io non sono mai stata disponibile a fare una alleanza parlamentare con la sinistra". E ancora, continuando a parlare di nuove alleanze a destra: "Le differenze all'interno della maggioranza sono un valore aggiunto, anche alle Europee possiamo crescere tutti, se i cittadini ci danno il consenso. Non c'è la volontà da parte di nessuno di sottomettere la tenuta del governo all'interesse del partito e al piano elettorale".
L'incognita delle candidature degli alleati
Meloni ha anche risposto a una domanda su una specifica candidatura di un alleato di governo, cioè quella del generale Roberto Vannacci proposto dalla Lega. Alla domanda sul libro e sulle possibili candidature di alcuni membri del governo, la presidente del Consiglio ha chiarito: "Non ho letto il libro, ma a volte sì penso di vivere in un mondo al contrario. Non sto pensando alle candidature dei ministri: non auspico a un rimpasto, sono contenta della mia squadra e non ragiono in questo senso, poi valuteremo caso per caso quando si porranno i problemi. Per ora abbiamo solo pensato solo alle candidature dei tre leader, che è una scelta che è giusto fare insieme. Ma non lavoro per ottenere un rimpasto, se è quello che mi state chiedendo".
Infine, sulle alleanze europee dei suoi alleati italiani, Meloni ha concluso: "Non amo dare patenti. Il Rassemblement National e AfD non fanno parte dei Conservatori europei. Mi pare evidente che con AfD ci siano delle distanze insormontabili, a partire dal rapporto con la Russia, dove invece credo che Marine Le Pen faccia un lavoro buono. In grandi democrazie europee quando ci sono partiti che prendono il 20% dei consensi è necessario dare delle risposte a quei cittadini, dopodiché ripeto che io lavoro per ora con i Conservatori europei".