Giorgia Meloni: “La libertà vale anche in pandemia, al Quirinale vogliamo un patriota”
Si è chiusa con l’atteso discorso di Giorgia Meloni la kermesse di Fratelli d’Italia, Atreju. La leader del partito ha tenuto un lungo e articolato intervento, nel corso del quale ha toccato i principali temi del dibattito politico, soffermandosi in particolare sulla collocazione e sul ruolo di Fratelli d’Italia in questa fase particolarmente delicata per gli equilibri del Paese. Meloni ha attaccato duramente il Presidente del Consiglio Mario Draghi, rivendicando la scelta di restare come unica forza di opposizione.
Ma soprattutto si è espressa nuovamente contro la gestione della pandemia, ribadendo la sua contrarietà a ulteriori compressioni delle libertà individuali per il tramite dello stato di emergenza: “Non si può prorogare. Leggo che Draghi vorrebbe mantenere le strutture dello stato di emergenza senza prorogare lo stato di emergenza e quindi si poteva fare, come FdI sostiene da mesi. Allora non si è voluto fare e sapete perché? Perché la sinistra ha usato fin dall'inizio la pandemia per limitare le libertà degli italiani […] Questo è il tempo in cui si rischia di rendere vani quei sacrifici per la libertà fatti nel passato. Noi non lo faremo. Ora ogni occasione è buona per limitare la libertà di parola, di manifestazione e le libertà individuali. Avete fatto male i conti: la libertà vale anche in tempi di pandemia”. Durissima anche la valutazione sulla gestione della questione immigrazione, che per la leader di Fdi è “fuori controllo”, tanto che il ministro Lamorgese dovrebbe dimettersi e Draghi “firmare la lettera dei 12 governi di Paesi europei per chiedere di usare i fondi per fermare l'immigrazione di massa”.
Tra pochi mesi, Fratelli d’Italia dovrà farsi trovare pronto per la partita del Quirinale, spiega Meloni, dal momento che “il Partito Democratico sta cercando un presidente della Repubblica che sia gradito ai francesi e Letta è il Rocco Casalino di Macron”. Nella lettura della leader di Fdi, che spinge sempre per una riforma sulla scorta del presidenzialismo, le condizioni però sono cambiate: “La pacchia è finita, nelle prossime elezioni del Quirinale il centrodestra ha i numeri per essere determinante e noi vogliamo un presidente eletto per fare gli interessi nazionali e non del Pd. Non accetteremo compromessi, vogliamo un patriota”.