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Giorgia Meloni ha ritirato la denuncia contro Luciano Canfora, che la chiamò “neonazista nell’animo”

La presidente del Consiglio ha ritirato la denuncia presentata nel 2022 nei confronti del filologo Luciano Canfora, 82 anni. Durante un incontro in un liceo di Bari sulla guerra russo-ucraina, Canfora definì Meloni “neonazista nell’animo”. La prima udienza avrebbe dovuto svolgersi lunedì 7 ottobre.
A cura di Luca Pons
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A meno di colpi di scena non andrà avanti il processo a Luciano Canfora, filologo e storico 82enne che l'11 aprile 2022 definì Giorgia Meloni una "neonazista nell'animo", oltre che "una poveretta" e "mentecatta pericolosissima" durante un incontro con gli studenti del liceo Enrico Fermi di Bari che riguardava il conflitto tra Russia e Ucraina. Canfora era stato querelato per diffamazione da parte della stessa Meloni, allora parlamentare all'opposizione. Il professore emerito era poi stato rinviato a giudizio, con l'accusa di diffamazione aggravata. Ma la presidente del Consiglio avrebbe ritirato la querela, a quanto risulta.

Durante il suo intervento al liceo barese, Canfora aveva accusato la leader di Fratelli d'Italia di essersi schierata con i "neonazisti ucraini", dicendo che questo era il motivo per cui a livello nazionale e internazionale era passata dall'essere "trattata di solito come una mentecatta pericolosissima" a essere considerata una "statista molto importante". Lo storico aveva poi dichiarato che, nel dare la definizione di "neonazista nell'animo", aveva pensato alla campagna di Meloni "per l'intervento di navi militari contro i barconi dei migranti", e al fatto che Papa Francesco in passato avesse attaccato definendo "nazisti" coloro che portavano violenza estrema nei confronti delle persone migranti.

Meloni aveva reagito a caldo definendo "inaccettabile" questo intervento, e facendo partire appunto una querela. Ad aprile di quest'anno, con la chiusura delle indagini, era arrivata la decisione del Tribunale di Bari di rinviare Canfora a giudizio per diffamazione aggravata. In quell'occasione il suo avvocato difensore, Michele Laforgia, aveva sottolineato che l'intenzione dell'intervento di Canfora era di spiegare la strategia di Meloni per accreditarsi come figura politica rilevante a livello internazionale. Ma la giudice per le indagini preliminari Antonietta Guerra non era stata convinta.

La richiesta avanzata da Meloni, ormai in veste di presidente del Consiglio, era stata di un risarcimento da 20mila euro per il "danno morale ingiustamente subito". La prima udienza avrebbe dovuto svolgersi lunedì 7 ottobre, tra pochi giorni. Ma all'ultimo la premier ha deciso di fare un passo indietro. Prima di farlo non risulta che i legali di Meloni abbiano consultato la difesa di Canfora: Forgia, infatti, è venuto a sapere che la querela era stata rimessa solo a cose fatte.

A questo punto, il processo può considerarsi praticamente concluso prima di essere iniziato. L'unica possibilità rimasta è che lo stesso Canfora rifiuti di chiudere la vicenda, e decida di andare avanti con il dibattimento nonostante la denuncia non ci sia più. Nei prossimi giorni si verrà a sapere qual è stata la risposta definitiva.

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