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Giorgia Meloni e Marine Le Pen, cosa sta succedendo all’interno della destra europea

Giorgia Meloni non chiude all’ipotesi di una convergenza tra il gruppo dei Conservatori (di cui fa parte FdI) e Identità e democrazia, la famiglia dell’estrema destra europea. “Oggi c’è margine per costruire una maggioranza diversa al Parlamento Ue”, dice la premier. Pochi giorni fa l’invito di Le Pen: “Uniamoci, sarebbe davvero utile”.
A cura di Giulia Casula
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"L'Europa deve cambiare priorità, la sfida è un'Europa che si occupi di molte meno cose". Sono le parole di Giorgia Meloni. Per la presidente del Consiglio nell'Ue "bisogna tornare al principio di sussidiarietà per cui l'Europa fa meno cose e le fa meglio", rispetto a quando, in passato, "voleva normare anche le cose minime della vita dei cittadini".

Ai microfoni di "Giù la maschera" su Rai Radio 1 la premier è tornata sulle possibili alleanze che la famiglia europea dei Conservatori è disposta ad accettare per raggiungere una maggioranza solida dopo le elezioni europee. Secondo Meloni, "c'è margine per costruire una maggioranza diversa al Parlamento europeo che faccia politiche diverse. Se così non dovesse andare, ho già dimostrato che le cose si possono cambiare con coraggio, determinazione e buon senso, con un'Italia che non va a rimorchio ma può fare da apripista su molte politiche".

Negli scorsi giorni la leader di Rassemblement National, Marine Le Pen aveva lanciato un chiaro invito alla premier e a Ecr a valutare l'ipotesi di "unirsi" a Identità e democrazia, il gruppo dell'estrema destra europea. "Penso che io e lei siamo d’accordo sulle questioni essenziali, tra le quali c’è il riprendere controllo dei nostri rispettivi Paesi. Poi sono i popoli che decidono, questo dobbiamo sempre ricordarlo. Ma adesso è il momento di unirsi, sarebbe davvero utile", aveva detto Le Pen. "Se ci riusciamo possiamo diventare il secondo gruppo del Parlamento europeo. Penso che un’occasione così non dobbiamo lasciarcela sfuggire". Il momento sarebbe propizio per il gruppo di Id che dopo aver cacciato gli estremisti di Afd ora potrebbe beneficiare di qualche margine di manovra in più nel rebus delle alleanze.

Intanto anche Meloni non chiude all'ipotesi una convergenza. "Un'alleanza con l'estrema destra? Non sono abituata a dare patenti di presentabilità", ha dichiarato ieri pomeriggio ribadendo però la sua assoluta contrarierà a un'alleanza con la sinistra. "Tutti sanno che il mio obiettivo in Europa è di costruire una maggioranza alternativa a quella che ha governato in Ue negli ultimi anni, quindi di centrodestra e mandare la sinistra all'opposizione, perché penso che le ricette della sinistra siano sbagliate e le maggioranze arcobaleno producono solo compromessi al ribasso".

Come Le Pen anche Meloni oggi ha confermato che "l'opportunità che c'è adesso di modificare il quadro europeo non è mai esistita. Lo si deve a noi e ne dobbiamo approfittare. L'Ue credo che possa essere un valore aggiunto e non debba essere un ostacolo, come spesso è stato in questi anni. Gli italiani vedono la Ue come una cosa lontana, ma faccio un appello al voto perchè l'Europa nei prossimi anni si occuperà di noi, nei prossimi anni: come se ne occuperà, dipenderà da come andranno le elezioni", ha proseguito. Per la premier , "le correzioni viste in questi mesi sono per buona parte merito di un governo che ha testa alta con coraggio, schiettezza e lealtà pone i problemi e si tira dietro molti Paesi. Non stiamo inseguendo Francia e Germania, non ci stiamo accodando come spesso si è fatto. Indichiamo la rotta, siamo l'Italia ma avevamo una classe politica che non ne avevano consapevolezza. Ora penso che l'Italia sia tornata centrale. Con serietà, credibilità e proposte concrete, le cose cambiano", ha concluso

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