Giorgia Meloni difende la ministra Santanchè ma non esclude le dimissioni: “Valuteremo”
Giorgio Meloni, arrivata a Gedda in Arabia Saudita, ha risposto alle domande di alcuni cronisti e, dopo giorni di silenzio stampa, ha preso posizione sul caso di Daniela Santanchè, la sua ministra del Turismo rinviata a giudizio per falso in bilancio il 17 gennaio. Nell'ultima settimana si sono rincorse le voci e le ricostruzioni sulle sue possibili dimissioni, che lei ha nettamente smentito. La premier ha comunque difeso Santanchè, ma non ha escluso del tutto l'ipotesi che lasci l'incarico: "La valutazione che va fatta è quanto questo possa impattare sul suo lavoro di ministro", ha detto.
Meloni su Santanchè: "Processo non significa dimissioni, valutare che impatto ha su suo lavoro"
"Negli ultimi giorni ho sentito ricostruzioni infondate ma mi rendo conto che anche il mio silenzio possa averle alimentate", ha esordito la presidente del Consiglio, che in effetti dall'annuncio del rinvio a giudizio in poi si è sempre sottratta alla stampa. "Non c'è alcun braccio di ferro, preoccupazione o imbarazzo che mi porterebbe a saltare addirittura le sedute del Consiglio dei ministri", ha affermato.
Il clima nel governo "è assolutamente sereno". E non solo: "Non penso che un rinvio a giudizio sia per forza motivo di dimissione". Insomma, la premier ha innanzitutto chiarito che non intende chiedere a Santanchè di dimettersi a causa del processo nei suoi confronti per falso in bilancio nel caso Visibilia.
Poi però Meloni ha aggiunto: "Penso anche che il ministro Santanchè stia lavorando ottimamente. La valutazione che semmai va fatta è quanto questo possa impattare sul suo lavoro di ministro. E questa è una valutazione che va fatta col ministro Santanchè e che forse deve fare soprattutto il ministro Santanchè, ma è quello su cui io attualmente non ho le idee chiare".
Un incontro tra le due non c'è ancora stato: "Non era tra le mie priorità, le mie giornate non sono state serenissime", ma sicuramente "la vedrò e ci parleremo", ha detto la presidente del Consiglio, prima di tornare all'attacco degli avversari politici: "Rispetto al can can delle opposizioni, essere garantisti con la sinistra e giustizialisti con la destra anche no. Sono giorni che sento strali di ogni genere".
Il caso Almasri: "Non è trafficante di uomini. Chiederemo chiarimenti alla Cpi"
Meloni ha risposto anche a una domanda sul generale Almasri, il funzionario libico accusato di crimini contro l'umanità che le autorità italiane hanno prima arrestato, poi scarcerato e riportato in Libia su un volo di Stato. La Corte penale internazionale "chiede chiarimenti e manderemo i chiarimenti", ha detto la premier, ma "ne chiederemo a nostra volta".
"Credo che anche la Corte debba chiarire perché la procura ci abbia messo mesi a spiccare questo mandato di arresto e perché il mandato di arresto sia stato spiccato quando Almasri aveva già attraversato credo almeno tre nazioni europee e lasciava la Germania per andare verso l'Italia. Anche io vorrei chiedere e chiederò dei chiarimenti alla Corte internazionale e spero che su questo tutte le forze politiche vogliano darci una mano".
In ogni caso, ha detto, "non parliamo di un trafficante di uomini". Almasri è accusato di numerosi reati (inclusi omicidio, tortura e stupro) anche in quanto gestore della prigione di Mitiga, in cui da anni vengono rinchiuse persone migranti che attraversano la Libia.
La scarcerazione, poi "è stato liberato su disposizione della Corte d'Appello di Roma, non del governo". L'esecutivo, "di fronte a un soggetto pericoloso, ha deciso di espellerlo immediatamente e in moltissimi casi di detenuti da rimpatriare pericolosi non si usano voli di linea anche per la sicurezza dei passeggeri".
Le risposte della premier su magistratura e banche
Infine, Meloni ha parlato della protesta messa in atto dai magistrati oggi contro il suo governo, dicendosi "rammaricata per l'atteggiamento dell'Anm". Le proteste, ha detto, sono "legittime", ma "i cittadini scelgono i programmi con il voto". Infine, sull'operazione di Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca, ha detto che "è un'operazione di mercato" e "noi dobbiamo essere orgogliosi del fatto che Mps, banca più antica del mondo, per anni vista dai cittadini e dalla politica solo come un problema da risolvere, oggi è una banca perfettamente risanata che avvia operazioni ambiziose".
Se l'offerta "dovesse andare in porto ovviamente parleremmo della nascita di quel terzo polo bancario del quale abbiamo a lungo parlato nel dibattito – non solo politico – italiano. Sicuramente, è un polo che potrebbe avere un ruolo importante nella messa in sicurezza dei risparmi degli italiani".