Giorgia Meloni dice che il reddito di cittadinanza è stato un fallimento totale e che lo toglierà
Per Giorgia Meloni "il reddito di cittadinanza è stato un fallimento totale, nele". La leader di Fratelli d'Italia torna ad attaccare la misura cavallo di battaglia del Movimento Cinque Stelle in un video messaggio affidato ai social in cui afferma che l'unico modo per combattere la povertà sia creando lavoro. "Stendendo un velo pietoso sulle migliaia e migliaia di truffe che ha generato, favorendo anche criminali, mafiosi e spacciatori, ha fallito come strumento di lotta alla povertà che doveva essere abolita e invece ha raggiunto i massimi storici e ha fallito come misura di politica attiva del lavoro, visto che pochissimi dei percettori del reddito di cittadinanza alla fine sono stati assunti e hanno trovato un lavoro dignitoso. È l'ennesima riprova del fatto che avevamo ragione quando dicevamo che le risorse per le politiche attive andavano usate per aiutare le imprese ad assumere", sottolinea Meloni.
E ancora: "Oggi lo dicono un po' tutti, però rimane che Fratelli d'Italia è stata l'unica forza politica di tutto il Parlamento, nella legislatura appena conclusa, che non ha mai votato a favore del Reddito di cittadinanza". Infatti la misura di sostegno è stata varata dal governo gialloverde, in cui vigeva l'alleanza tra Movimento Cinque Stelle e Lega, per poi essere rifinanziata da tutti gli esecutivi successivi nella legislatura. Non senza polemiche e contraccolpi interni. Come quello da parte di Matteo Renzi, che aveva lanciato l'idea di un referendum per abolire il reddito di cittadinanza.
Sembra quindi essere sulla stessa linea Meloni, che in passato lo aveva definito "metadone di Stato". Nel programma del centrodestra il reddito di cittadinanza chiaramente non c'è, si parla in modo generico di misure più efficaci. Anche se non è chiaro come funzionerebbero e quante persone riguarderebbero. Fratelli d'Italia, da parte sua, parla di sussidi di solidarietà solo per gli Isee bassi. Nel suo video la deputata infatti prosegue: "Noi crediamo che uno Stato giusto non metta sullo stesso piano chi può lavorare e chi non può farlo. Uno strumento di tutela serve per chi non è in condizione di lavorare: over 60, disabili, famiglie senza reddito che hanno dei minori a carico. Ma per gli altri quello che serve è la formazione e gli strumenti necessari a favorire le assunzioni. La verità è che l'unico modo di combattere ed abolire la povertà è consentire a chi è in una condizione difficile di migliorare quella condizione". E infine: "Questo non si fa mantenendo le persone nella stessa realtà nella quale si trovano ma consentendo loro di avere un lavoro, un lavoro dignitoso e ben retribuito, che possa aiutarle a crescere indipendentemente dalla condizione dalla quale provengono. Questo fa uno Stato giusto".