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Giorgia Meloni dice che il governo eliminerà la protezione speciale per i migranti

La presidente del Consiglio prosegue la sua visita in Etiopia e torna a parlare di migranti: “L’obiettivo è l’eliminazione della protezione speciale – dice Meloni al punto stampa – perché è un livello ulteriore rispetto a quello che succede in Europa”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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"Io ho come obiettivo l'eliminazione della protezione speciale, perché si tratta di un'ulteriore protezione rispetto a quello che accade al resto di Europa". Torna a parlare della questione migranti, Giorgia Meloni, nel punto stampa a margine della missione in Etiopia. In questi giorni la questione è diventata nuovamente centrale per via degli emendamenti al decreto Cutro. "C'è una proposta di maggioranza nel suo complesso, non è un tema su cui ci sono divergenze – sottolinea la presidente del Consiglio – è materia complessa ed è normale che ci siano diversi emendamenti". Con Salvini ne ha parlato un paio di settimane fa "proprio per capire se lavorare come iniziativa di governo o come iniziativa parlamentare sulla modifica del provvedimento".

È fondamentale gestire i flussi migratori insieme ai Paesi africani: "È il segnale che abbiamo tentato di dare quando nel Consiglio dei ministri che se ne è occupato, insieme a norme molto più dure sui trafficanti, abbiamo approvato anche un decreto flussi triennale – continua Meloni – Abbiamo cercato di dare il messaggio che se queste nazioni ci aiutano a combattere la rete di trafficanti con la sua scia di morte, con gli interessi miliardari fatti sulla pelle della povera gente, noi diamo dei segnali non solo in termini di flussi regolari, ma anche di formazione".

Meloni dribbla anche una domanda sulla possibilità di un partito unico di centrodestra: "Sono sempre stata convinta che la pluralità sia un arricchimento più che un problema – dice – questo è più facile oggi farlo con i partiti, quello che succederà domani nessuno è in grado di dirlo".

Sul Pnrr dice di non poter dare una data precisa sull'aggiornamento: "La prescrizione della Commissione Ue è agosto, e noi rispettiamo le prescrizioni fornite – spiega – Non è un lavoro facile" e "per le modifiche del piano ci prendiamo il tempo che è necessario a ottenere il vero obiettivo, che non è fare i primi della classe e presentare una settimana prima il lavoro ma presentare un lavoro che ci consenta di spendere al meglio le risorse".

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