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Cgil, Giorgia Meloni contestata col coro Bella ciao: “Abolire reddito di cittadinanza era doveroso”

La presidente Meloni è intervenuta al congresso nazionale della Cgil – la prima leader di destra a farlo. Mentre saliva sul palco, una parte del pubblico ha intonato Bella ciao e la rappresentanza della Fiom ha lasciato la sala esponendo la scritta “Pensati sgradita”.
A cura di Luca Pons
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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta dal palco del congresso nazionale della Cgil. È stata la prima capo di governo a farlo dal 1996, ai tempi di Romano Prodi, e la prima leader di destra in assoluto. Mentre Meloni saliva sul palco, una parte del pubblico ha iniziato a cantare Bella ciao, e la presidente del Consiglio ha aspettato che finissero prima di iniziare a parlare. "Questo è un appuntamento a cui non ho voluto rinunciare in segno di rispetto, accetto anche chi mi contesta", ha detto.

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Una trentina dei delegati della Fiom, sindacati dei metalmeccanici, hanno lasciato la sala del Palacongressi di Rimini in polemica con Meloni. Sui loro tavoli hanno lasciato alcuni peluche, mentre uno dei delegati diceva: "Per noi il congresso finisce qui, non c'è motivo di proseguire oltre". I delegati hanno anche esposto una scritta che recitava "Pensati sgradita".  Un richiamo alla scritta mostrata da Chiara Ferragni al festival di Sanremo, "Pensati libera". "Non sapevo che Chiara Ferragni fosse una metalmeccanica", ha commentato la presidente del Consiglio.

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"Il salario minimo? Non è lo Stato che crea ricchezza"

Meloni ha poi iniziato il suo discorso, partendo dal tema dei salari: "L'Italia è l'unico Paese dell'Unione europea che oggi ha salari più bassi rispetto al 1990. Significa che c'è un'emergenza? Sì. Significa che bisogna immaginare una strada nuova? Io penso di sì, e quella mai intrapresa finora è puntare tutto sulla crescita economica", ha detto la presidente del Consiglio.

"Prima si è detto che la povertà si poteva abolire per decreto, oggi che per legge si possono garantire salari adeguati. Ma allora dovrebbe essere lo Stato a creare ricchezza. E non è così. Infatti la povertà non è stata abolita, è aumentata, nonostante i decreti. La ricchezza la creano le aziende e ai loro lavoratori, il lavoro dello Stato è metterli nella condizione di farlo e poi ridistribuire la ricchezza creata".

"Ieri abbiamo modificato la destinazione di 300 milioni di euro, da progetti vari a un aumento di stipendio a 1,2 milioni di dipendenti della scuola, per dare una prima risposta a chi oggi ha un salario inadeguato", ha rivendicato Meloni. "Credo che l'introduzione del salario minimo legale non sia la strada più efficace: temo che la fissazione per legge diventi non una tutela aggiuntiva rispetto alla contrattazione collettiva, ma una tutela sostitutiva. Questo finirebbe per fare un altro favore alle grandi concentrazioni economiche che hanno come obiettivo rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori. La strada giusta è combattere i contratti pirata, contrastare il lavoro regolare, ampliare il taglio del cuneo fiscale, estendere i contratti collettivi alle categorie non coperte".

Giorgia Meloni spiega la riforma fiscale e l'intervento sulle aliquote Irpef

La riforma fiscale approvata ieri è stata "un po' frettolosamente bocciata da alcuni", ha detto la presidente del Consiglio. Tra questi ‘alcuni' c'era anche il segretario della Cgil, Maurizio Landini." Lavoriamo per dare agli italiani una riforma complessiva, che riduca la pressione fiscale e contrasti l'evasione fiscale. Creare un nuovo rapporto di fiducia tra Stato e contribuente, usare la leva fiscale per promuovere la crescita economia", ha spiegato Meloni.

Per quanto riguarda le aliquote Irpef, ha chiarito che l'idea è estendere l'aliquota più bassa: "Non viene meno la progressività, ma vogliamo ampliare sensibilmente il primo scaglione, quello con l'aliquota più bassa, per includere più lavoratori". È prevista anche la flat tax incrementale per i dipendenti: "Un modo per riconoscere il merito, l'unico vero ascensore sociale che esista se ci sono pari condizioni di partenza".

"Vogliamo elevare il tetto del fringe benefit, che per me si chiama beneficio marginale, e renderlo monetizzabile in alcuni casi, ad esempio quando nasce un figlio. Vogliamo allineare i lavoratori dipendenti e i pensionati sulla no tax area, portandoli al livello più alto, quelli dei pensionati. Vogliamo aggiornare l'Ires, abbassandola per quelle che investono e assumono a tempo indeterminato in Italia", ha continuato Meloni.

"Vogliamo un rapporto diversi tra fisco e contribuente", ha spiegato la presidente del Consiglio, "che offra maggiori garanzie contro uno Stato che spesso è sembrato vessatorio. Non significa tollerare l'evasione fiscale: metteremo in rete le banche dati per combattere l'evasione, ma questa non va confusa con la caccia al gettito".

Il reddito di cittadinanza ha "tenuto i poveri nelle loro condizioni"

L'abolizione del reddito di cittadinanza è stata "doverosa", ha detto Meloni, perché il governo non vuole "mantenere i poveri nella loro condizione di povertà. Per questo vogliamo offrire la possibilità di uscire dalla loro condizione, e l'unico modo per farlo è il lavoro. C'è gente che ha preso il reddito di cittadinanza che l'ha preso per tre anni e oggi è nelle stesse condizioni di prima. Un ragazzo di trent'anni che lo prende per tre anni, senza migliorare la sua formazione e le sue possibilità di inserimento nel mondo del lavoro, alla fine è più ricco o più povero?".

"L'errore è stato mettere nello stesso calderone chi poteva lavorare e chi no, si sono confuse le politiche attive del lavoro con le misure di contrasto alla povertà", ha detto la presidente del Consiglio, per quanto anche il suo governo stia lavorando a una misura unica che coinvolge sia ‘occupabili' che ‘non occupabili. "Io non credo che chi è in grado di lavorare debba essere mantenuto dallo Stato con le tasse di chi lavora duramente prendendo poco più del reddito di cittadinanza. Per chi può lavorare la soluzione è proporre posti di lavoro dignitosi o inserire queste persone in percorsi di formazione".

Il passaggio sui migranti: "La risposta è collaborare con i Paesi africani"

Nuovi posti di lavoro, ha detto Meloni, nasceranno anche grazie a una politica industriale "con un'idea chiara del ruolo dell'Italia". Fino ad oggi, "la mancanza di politiche industriali ha reso l'Italia troppo dipendente da altri Paesi in settori strategici". Invece, l'Italia deve diventare "un hub di approvvigionamento energetico in Europa, investendo nel Mediterraneo allargato, con un piano Mattei".

Per Meloni, questo ‘piano Mattei' deve essere "un modello di collaborazione non predatoria, per aiutare i Paesi africani a vivere bene anche grazie alle risorse delle quali dispongono". Questa, ha aggiunto la presidente del Consiglio, "è la risposta più strutturale e umana anche al tema delle migrazioni".

Meloni fa riferimento all'assalto di Forza Nuova contro la Cgil

"Pensavamo che il tempo della contestazione ideologica feroce fosse alle nostre spalle, invece sta tornando la violenza politica", ha continuato la presidente del Consiglio. "L'abbiamo visto con l'assalto di esponenti dell'estrema destra alla sede della Cgil" avvenuto il 9 ottobre 2021, ha detto. Questo è stato il primo punto in cui il pubblico in sala ha applaudito. Meloni ha subito proseguito: "E l'abbiamo visto con i gruppi anarchici che si rifanno alle brigate rosse. Spero che su questo lavoreremo in modo unitario e senza tentennamenti: perché la crisi sociale non aiuta nessuno, e lo stesso vale per chi con la politica cerca di seguire gli umori del momento invece di dare una visione e fare delle scelte".

Meloni ha concluso ribadendo di essere "certa che una riforma in senso presidenziale della Repubblica, o comunque con l'elezione diretta del vertice dell'esecutivo, sia una delle più potenti proposte di sviluppo per questa nazionale". Nella conclusione del suo discorso ha invitato i sindacati alla collaborazione, ricordando che ci sono stati oltre venti incontri tra governo e rappresentanti sindacali da quando l'esecutivo è in carica. Sono incontri che il segretario Cgil Landini ha definito "finti", ma per Meloni "non lo sono stati, altrimenti non ci avrei perso tempo. Se il confronto è sincero, posso imparare anche da chi è molto distante da me", ha detto.

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