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Giorgetti paragona il Superbonus alla tragedia del Vajont: “Siamo intervenuti con la valanga già partita”

Nell’intervento in Senato per discutere gli emendamenti sul superbonus, Giorgetti fa un paragone con il Vajont: “Per fortuna abbiamo messo una diga, ma la valanga era già partita”. Il ministro ha confermato il no alla cessione del credito e lo sconto in fattura e ha detto che spalmare i crediti a 10 anni invece che a 4 “non sarà una possibilità, ma un obbligo”.
A cura di Luca Capponi
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Questa mattina il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti è intervenuto in Commissione finanze al Senato per l’esame degli emendamenti al decreto superbonus. La misura più importante annunciata oggi da Giorgetti riguarda i crediti da spalmare su 10 anni (e non più su 4). Il ministro ha spiegato che "non sarà una possibilità ma un obbligo". Con il decreto superbonus il governo aveva voluto escludere molte persone dalla cessione del credito e dallo sconto in fattura. Con la misura annunciata oggi, i crediti verranno spalmati su dieci anni: ciò permetterà a chi non ha una grande capienza fiscale di ottenere il rimborso dividendolo in più quote. D'altro lato, penalizzerà i cittadini con redditi medio alti che immaginavano di recuperare le spese in quattro anni anziché dieci. Una misura, lo "spalma crediti", che permetterebbe di alleggerire il carico sulle casse pubbliche nel breve, posticipando però gli effetti del debito sui conti pubblici negli anni seguenti.

"No ad altre deroghe, siamo intervenuti quando la valanga era già partita"

Nel ribadire il suo giudizio estremamente negativo del superbonus, il ministro Giorgetti ha fatto una similitudine con la tragedia del Vajont: "È evidente – ha detto – che quando noi siamo intervenuti fortunatamente a proporre una diga, la valanga era già partita". L'indicazione arrivata dal governo tramite Giorgetti è quella di respingere le proposte di modifica che chiedono deroghe alla misura. "Il governo si assume la responsabilità di presentare il suo emendamento. Gli emendamenti parlamentari non saranno presi in considerazione". Il ministro si è poi smarcato dalle responsabilità sui costi del superbonus: "Dagli antichi romani abbiamo imparato che esistono i diritti acquisiti. C'è la Costituzione e quindi c'è un principio che se uno ha comunicato il lavoro nel 2021 ha diritto di finirlo nel 2023 e presentarlo in fattura nel 2023. Cosa abbastanza banale che dovrebbe essere di facile intellegibilità per chiunque". Terminata la seduta odierna la commissione Finanza del Senato tornerà a riunirsi domani mattina alle 9.30. Sempre domani dovrebbero arrivare gli emendamenti del governo, compreso lo spalma-crediti su 10 anni annunciato da Giorgetti. Il vivo delle votazioni sulle proposte di modifica ci sarà tra lunedì pomeriggio e martedì, mentre il testo è atteso nell'aula di Palazzo Madama da mercoledì 15.

No allo stop di Bankitalia, andava proposto prima

A Giorgetti è stato chiesto un parere sull'apertura di Bankitalia allo stop immediato al superbonus (senza aspettare la scadenza naturale a fine 2025). La misura è stata consigliata da Bankitalia nel caso in cui anche questo decreto, come quelli precedenti, non dovesse sortire effetti. Sul tema Giorgetti è stato poco possibilista: «è una soluzione che sarebbe stata gradita se fosse stata fatta magari nel 2022, nel 2023, nel 2021: arriva nel 2024 quando il governo sta esattamente procedendo a fare questo». A margine, rispondendo ai cronisti, Giorgetti si è detto fiducioso sull'accordo tra Ita e Lufthansa dopo che il verdetto dell'Ue è stato posticipato al 4 luglio. "Credo che il 99,99% degli italiani pensi che questa sia una buona operazione che risolve definitivamente una situazione incresciosa, pluriennale, sulla compagnia aerea nazionale. Aspettiamo la decisione dell'arbitro. Spero che non sbagli l'arbitro, però talvolta sbaglia".

Le reazioni delle opposizioni, duro il M5S

Alle frasi di Giorgetti ha voluto rispondere Agostino Santillo, vicecapogruppo alla Camera del M5S. "A Giorgetti che paragona il superbonus al Vajont, voglio ricordare che quando la valanga sarebbe partita lui stesso si trovava al governo ed era titolare del Mise: sono stati gli esecutivi Draghi e Meloni che hanno autorizzato la maggior parte dei crediti fiscali sui bonus edilizi". Dello stesso segno le dichiarazioni di Patuanelli ("il solito mantra: colpa di quei cattivoni dei 5 Stelle") e anche di Giuseppe Conte, che ha messo in guardia Giorgetti e Meloni: "Con le menzogne non andate da nessuna parte". Un plauso, invece, arriva da Forza Italia, per bocca del senatore Dario Damiani: "Il superbonus è una misura scritta male e che proprio per questo ha generato truffe che scopriamo ancora oggi. Il ministro Giorgetti ha parlato di una "valanga" che si è abbattuta sul bilancio dello Stato ed è un'espressione che rende bene l'idea".

Da sempre Giorgetti si è dimostrato molto critico con l'agevolazione fiscale voluta dal governo Conte che ha permesso ai cittadini, entro certi limiti di spesa, di rientrare totalmente dei costi sostenuti per alcuni interventi migliorativi degli edifici. Solo poche settimane fa, l'aveva definita una misura "totalmente abnorme che ha creato un mostro e distrutto le condizioni della finanza pubblica in questi anni e nei prossimi a venire". Con il decreto superbonus voluto da Giorgetti, il governo ha voluto escludere molte persone dalla cessione del credito e dallo sconto in fattura.

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