Quindi, se non abbiamo capito male, il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti, nel relazionare su manovra, patto di stabilità e Mes in Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati, ha detto testuale che il problema dell’Italia è il debito al 140%, e non l’Euro o la burocrazia di Bruxelles. Ha detto anche "che in Europa si tratta" e non si battono i pugni o si minaccia di uscire, anche a costo di dover ingoiare dei compromessi. E ha detto che i saldi di bilancio sono importanti, e che bisogna tenerne conto quando si fanno promesse agli elettori. E che ha pure rivendicato di non aver mai cambiato idea, su questi punti.
Tutto giusto, intendiamoci. Solo suona strano che tutte queste parole siano state pronunciate da quello stesso Giancarlo Giorgetti nato a Cazzago Brabbia nel 1966, segretario della Lega Lombarda dal 2002 al 2012, vicesegretario della Lega Nord dal 2016 al 2020 e vicesegretario della Lega-senza-più-Nord dal 2020. No, perché quel partito di cui Giorgetti è numero due da una vita, perlomeno negli ultimi dieci anni, ha detto per bocca del suo segretario Matteo Salvini l’esatto opposto di quel che pensa Giorgetti.
Banalmente, Giorgetti l'europeista preoccupato per il debito pubblico italiano e attento ai saldi di bilancio, si è presentato con un slogan “Basta Euro” nella metà bassa del simbolo alle europee del 2014, perché il problema, a dire loro, era la moneta, non il ciclopico debito pubblico italiano. Lo stesso partito che dal 2022 ha come responsabile economico l’economista anti Euro e anti patto di stabilità Alberto Bagnai, a sua volta successore di un’altro esponente anti Euro come Claudio Borghi, entrambi firmatari di un manifesto che prevedeva lo smantellamento dell’Eurozona. Lo stesso partito che fa parte dell’alleanza continentale Identità e Democrazia a sua volta piena zeppa di partiti anti-europeisti come il Rassemblement National e Alternative far Deutschland.
La stessa famiglia che si è trovata a Firenze solo poche settimane fa, ospitata dalla Lega del vicesegretario Giorgetti, dal cui palco Salvini ha tuonato che "l’Italia-Davide vincerà contro gli Eurocrati-Golia", che "l’Europa di oggi è quella dei banchieri, di Soros e di Lagarde", e che gli "abusivi saranno scacciati dal Tempio". Altro che trattative e attenzione ai saldi di bilancio.
Delle due, dicevamo, tocca sceglierne una. O Giorgetti ha un sosia. O un fratello gemello. O non si capisca cosa ci faccia quell’europeista difensore dei saldi di bilancio, dei patti di stabilità, dei compromessi in mezzo a chi – anzi, ai vertici di chi – di tutto questo vorrebbe fare strame.
A meno che in politica valga tutto e il contrario di tutto, ovviamente.