Giorgetti dice che nella prossima manovra il governo Meloni “non potrà fare tutto”
"Sarà una legge di bilancio complicata. Tutte le leggi di bilancio sono complicate, lo è stata anche quella dell'anno scorso. Siamo chiamati a decidere delle priorità. Non si potrà fare tutto". Lo ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, intervenuto all'annuale incontro del movimento cattolico Comunione e liberazione a Rimini.
Priorità in manovra al taglio del cuneo fiscale
Un intervento che è sembrato in parte un ‘mettere le mani avanti', dato che il governo Meloni dovrà impegnarsi a trovare le risorse anche solo per evitare che gli stipendi calino. Nella manovra che andrà approvata entro dicembre, infatti, dovrebbe esserci la conferma ("strutturale", ha promesso l'esecutivo più volte, quindi non semplicemente per un altro anno) del taglio del cuneo fiscale. E questo è solo uno dei punti: c'è poi un primo intervento per ridurre le aliquote dell'Irpef, l'eterna promessa di superare la legge Fornero, i fondi da trovare per il Ponte sullo stretto e molto altro.
Giorgetti ha toccato alcuni di questi punti, a partire dal taglio del cuneo: "Dovremo intervenire a favore dei redditi medio bassi, come abbiamo fatto con la decontribuzione, perché l'inflazione riduce enormemente il potere di acquisto", ha ricordato, "ma dovremo anche utilizzare le risorse che sono a disposizione per promuovere la crescita e premiare chi lavora". In particolare, "il tema dell'offerta, della qualità e della giusta ed equa remunerazione del lavoro è un tema fondamentale". Questo sarà "l'indirizzo" della manovra, mentre le altre priorità potrebbero dover fare un passo indietro.
"Nessuna riforma delle pensioni regge con questa natalità"
Il ministro ha poi accennato anche al tema delle pensioni: "Nessuna riforma previdenziale", ha affermata, "tiene nel medio e lungo periodo, con i numeri della natalità che vediamo oggi in questo Paese". Il sistema previdenziale, ha detto Giorgetti, "tiene se le generazioni hanno una continuità". Insomma, sembra difficile che dal prossimo anno avrà il via una riforma pensionistica ambiziosa: è più probabile, invece, che si ricorrerà a un'altra soluzione annuale, come è stata Quota 103 per il 2023.
Pnrr: "Dobbiamo fare bene, oltre che in fretta"
Infine, Giorgetti ha parlato del rapporto con l'Unione europea. Il Pnrr, ha detto, è "la responsabilità del governo" e l'importante è "fare bene oltre che fare in fretta". Nei prossimi mesi il governo sarà "responsabile, anche in termini finanziari", ma anche per questo chiede all'Ue di "capire il momento che stiamo vivendo". Altrimenti, "diventa tutto più complicato e magari anche autolesionista".
Un ritorno quindi alle critiche contro l'Unione europea troppo severa. Anche perché sul tavolo adesso c'è la riforma del Patto di stabilità e crescita, che dall'anno prossimo porterà a controlli più stringenti sui bilanci statali (erano stati sospesi per via della situazione eccezionale legata al Covid). "Non possiamo, in un momento in cui siamo ancora in una situazione eccezionale, tornare a delle regole ignorano la necessità di accompagnare e aiutare famiglie e imprese nella trasformazione che stiamo vivendo", ha detto Giorgetti. "Spero che in Europa quando decideremo a settembre sulle nuove regole se ne tenga conto". Per quanto riguarda i controlli, "la clausola generale che non si è applicata in questi anni forse ripartirà dal primo gennaio 2024, ma spero di no".