Gimbe, terapie intensive in sovraccarico: +66% nuovi ingressi nelle ultime tre settimane
Il nuovo monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, relativo alla settimana 3-9 marzo 2021, mostra un complessivo peggioramento del quadro epidemiologico, con un ulteriore incremento dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente (145.659 vs 123.272). Inoltre per la prima volta da 8 settimane si registra una risalita dei decessi (2.191 vs 1.940). In crescita i casi attualmente positivi (478.883 vs 430.996), le persone in isolamento domiciliare (453.734 vs 409.099), i ricoveri con sintomi (22.393 vs 19.570) e le terapie intensive (2.756 vs 2.327).
"Da tre settimane consecutive – ha detto Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – si registra il progressivo incremento dei nuovi casi con inversione di tendenza di tutte le curve, che conferma l’inizio della terza ondata".
Le variazioni In dettaglio, rispetto alla settimana precedente.
Decessi: 2.191 (+12,9%)
Terapia intensiva: +429 (+18,4%)
Ricoverati con sintomi: +2.823 (+14,4%)
Isolamento domiciliare: +44.635 (10,9%)
Nuovi casi: 145.659 (+18,2%)
Casi attualmente positivi: +47.887 (+11,1%)
Rispetto alla settimana precedente, in 15 Regioni aumentano i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti e in 15 si registra un incremento percentuale dei nuovi casi. "Sul fronte ospedaliero – commenta Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione – l’occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid supera in 7 Regioni la soglia del 40% in area medica, con una media nazionale che si attesta al 35%; anche le terapie intensive, la cui occupazione a livello nazionale oltrepassa la soglia di allerta attestandosi al 31%, risultano sotto pressione in ben 11 Regioni".
Sono particolarmente critiche le situazioni dove il tasso di occupazione è ≥40%, e cioè Molise (67%), Umbria (57%), P.A. Trento (54%), Marche (44%), Lombardia (43%), Abruzzo (40%), Emilia-Romagna (40%). "Oltre al tasso di occupazione da parte di pazienti COVID-19 – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione Gimbe – preoccupa il trend in continua ascesa dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva: in sole 3 settimane la media mobile a 7 giorni è aumentata del 66%, passando da 134 a 223".
Somministrazione Vaccino
Per quanto riguarda le forniture di vaccino contro il Covid dal documento diffuso da Gimbe si evince che delle dosi previste per il primo trimestre 2021, al 10 marzo (aggiornamento ore 6:01)
risultano consegnate alle Regioni 7.207.990 dosi, ovvero meno della metà di quelle previste. In dettaglio:
Negli ultimi sette giorni sulla piattaforma ufficiale sono state registrate solo 665.730 dosi di Pfizer/BioNTech, mentre non risulta alcuna nuova consegna per i vaccini Moderna e AstraZeneca, anche se non si possono escludere ritardi di notifica. "Secondo i dati ufficiali – commenta Cartabellotta – per rispettare le scadenze contrattuali, entro la fine del mese dovrebbero essere consegnate in media 2,8 milioni di dosi/settimana, rispetto ad una media di 680.000 dosi/settimana consegnate dall’inizio dell’anno".
Al 10 marzo (aggiornamento ore 6:01) secondo il documento della Fondazione hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 1.747.516 milioni di persone (2,9% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 4,46% della Valle D’Aosta al 2,27% dell’Abruzzo.
Se da un lato il numero di somministrazioni sta progressivamente aumentando, con l’80,2% delle dosi consegnate somministrate alla popolazione, persistono notevoli differenze tra i diversi tipi di vaccino: se per Pfizer, infatti, sono state iniettate oltre il 90% delle dosi disponibili, questa percentuale scende sensibilmente per i vaccini AstraZeneca (52,2%) e Moderna (44,2%). Per questo, sottolinea Gimbe, bisogna coinvolgere subito anche i medici di famiglia nella campagna vaccinale.
"L’estensione da parte del Ministero della Salute all’uso del vaccino AstraZeneca agli over 65 – spiega Gili – rende urgente finalizzare gli accordi regionali con i medici di famiglia, laddove non ancora definiti, perché la loro piena collaborazione è decisiva per accelerare la vaccinazione della popolazione generale".
Infine, rispetto alla protezione dei più fragili, degli oltre 4,4 milioni di over 80, 1.098.047 (24,8%) hanno ricevuto unicamente la prima dose di vaccino e solo 231.058 (5,2%) hanno completato il ciclo vaccinale con rilevanti differenze regionali, anche se nelle ultime due settimane si registra un netto cambio di marcia.
"La ricomposizione dell’Esecutivo – conclude Cartabellotta – inevitabilmente condizionerà entità e durata delle restrizioni che saranno discusse nel Consiglio dei Ministri di domani. Tuttavia, al di là delle posizioni delle singole forze politiche, tre dati sono inconfutabili in questa fase della pandemia. Innanzitutto, l’inversione di tendenza della curva dei contagi documenta l’avvio della terza ondata, seppur con rilevanti differenze regionali. In secondo luogo, in oltre la metà delle Regioni ospedali e soprattutto terapie intensive sono già in sovraccarico, anche importante, come dimostra la sospensione delle attività ordinarie. Infine, tutte le Regioni e Province dove nelle scorse settimane sono state attuate zone rosse hanno arginato la crescita dei contagi, dimostrando l’efficacia delle misure restrittive nel piegare la curva dei contagi. Qualsiasi interpretazione opportunistica di questi dati finalizzata ad ammorbidire le misure di contenimento, in nome di un illusorio rilancio economico del Paese, rappresenta una severa minaccia alla salute e alla vita delle persone, in particolare se alimentata da evidenze scientifiche parziali o interpretate in maniera strumentale per legittimare decisioni politiche".