Gimbe: “Pericoloso aspettare l’autunno per la quarta dose, fragili la facciano immediatamente”
Continua a scendere la curva dei contagi Covid in Italia. E allo stesso tempo si svuotano anche gli ospedali. Ma sembra in stallo anche la campagna vaccinale, con le percentuali di chi ha ricevuto le prime dosi ferme e la somministrazione del secondo booster agli immunocompromessi che in alcune Regioni procede a rilento. Sono le valutazioni della fondazione Gimbe nel suo monitoraggio settimanale sull'andamento della pandemia nel nostro Paese.
Per prima cosa, un po' di dati. Come detto, i ricercatori di Gimbe notano anche questa settimana un calo dei nuovi casi di coronavirus, che si riflette anche nelle strutture ospedaliere.
- Decessi: 842 (-12,5%), di cui 60 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -8 (-2,2%)
- Ricoverati con sintomi: -1.116 (-11,5%)
- Isolamento domiciliare: -115.864 (-9,7%)
- Nuovi casi: 286.350 (-27,5%)
- Casi attualmente positivi: -116.988 (-9,7%)
Il presidente della fondazione, Nino Cartabellotta, sottolinea come alla diminuzione dei nuovi casi corrisponda però anche un calo dei tamponi totali effettuati.
La discesa della curva riguarda tutto il territorio italiano, anche se con alcune differenze regionali. Sono ad esempio ancora 48 le province dove l'incidenza supera i 500 casi ogni 100 mila abitanti.
Il tema delle nuove varianti
Mentre si aspettano i risultati del report dell'Istituto superiore di sanità sulle varianti del Covid, la fondazione Gimbe nota come la sotto-variante Omicron BA.2, la cosiddetta Omicron 2, abbia ormai completamente soppiantato la BA.1, semplicemente detta Omicron. Allo stesso tempo vengono segnalati i primi casi di BA.4. Le nuove sotto-varianti sembrano avere maggiore trasmissibilità, maggiore capacità di evadere la protezione immunitaria (sia da vaccino che da pregressa infezione), rendendo quindi più probabile la possibilità di reinfezione.
Tra agosto e maggio i casi di reinfezione segnalati sono stati quasi 400 mila ((3,3% del totale). Questi casi hanno iniziato ad aumentare da gennaio, con la diffusione della variante Omicron. Il rischio di reinfezione riguarda principalmente le fasce più giovani di popolazioni e le persone non vaccinate o vaccinate da almeno quattro mesi. Ragion per cui il booster si conferma di importanza fondamentale.
La situazione negli ospedali e la campagna vaccinale
Per quanto riguarda la situazione negli ospedali, il report di Gimbe sottolinea come nell'ultima settimana si sia registrata un'ulteriore lieve flessione dei posti letto occupati dai pazienti Covid, sia nelle terapie intensive che in area medica.
Sul fronte della campagna vaccinale, invece, nell'ultima settimana si segnala una riduzione del numero di nuovi vaccinati. All'11 maggio, inoltre, sono 6,88 milioni le persone con più di 5 anni (quindi quelle vaccinabili) che non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino. Tra queste ci sono 2,82 milioni che sono comunque temporaneamente protette in quanto guarite dal Covid da meno di 180 giorni.
Per quanto riguarda la fascia dei più piccoli, tra i 5 e gli 11 anni, la copertura nazionale è al 37,9%, anche se con importanti differenze regionali.
Invece, rispetto alla terza dose, attualmente ne risultano somministrate 39.426.220, con un tasso di copertura nazionale all'82,6%. Anche in questo caso ci sono importanti differenze regionali.
Le quarte dosi somministrate alle fasce più fragili, le persone immunocompromesse, sono invece 166.483. La copertura nazionale in questo caso è al 21%. Quelle somministrate alle fasce più anziane e agli ospiti delle Rsa sono invece 384.600, con copertura nazionale dell’8,7%.
I rischi di una bassa copertura vaccinale, specialmente tra i più fragili
Come sappiamo, il vaccino e i richiami proteggono dalla malattia grave e anche dal rischio di infezione. La campagna vaccinale, non sta procedendo allo stesso modo su tutto il territorio, lasciando la popolazione in alcune zone del Paese più a rischio. "Le inaccettabili disuguaglianze regionali sulle coperture con le quarte dosi dimostrano che le strategie di chiamata attiva sono molto più efficaci della prenotazione volontaria. Tuttavia, la lentezza con cui procedono le somministrazioni è spia di una serpeggiante esitazione vaccinale, spesso alimentata da discutibili consigli sanitari, che invitano ad aspettare l’autunno per effettuare l’ulteriore richiamo con vaccini ‘aggiornati'", afferma Cartabellotta. Per poi concludere: "In realtà, questa strategia attendista può essere molto rischiosa per tre ragioni. Innanzitutto, non vi è alcuna certezza su quando saranno disponibili questi vaccini “aggiornati”; in secondo luogo, i dati dimostrano sia il calo progressivo dell’efficacia vaccinale sulla malattia grave, sia una elevata mortalità negli over 80 già coperti con la terza dose; infine, si consolidano sempre più le prove di efficacia della quarta dose nel ridurre ospedalizzazioni e decessi. Senza mezzi termini: tenendo conto sia della particolare fragilità della platea a rischio, sia della elevata circolazione virale, la quarta dose deve essere fatta subito".