Gimbe: “Booster efficace contro ricoveri e decessi, fragili non aspettino autunno per quarta dose”
Continua a scendere la curva dei contagi Covid nel nostro Paese, anche se i non vaccinati sono ancora oltre sei milioni e mezzo e preoccupa la scarsa copertura con la quarta dose ai soggetti vulnerabili. È quanto emerge dall'ultimo monitoraggio della fondazione Gimbe sull'andamento dell'epidemia nel nostro Paese.
In calo i nuovi casi, ma non solo: scende anche il numero dei decessi e dei pazienti positivi ricoverati in ospedale e nelle terapie intensive. Ecco un po' di numeri:
- Decessi: 633 (-17%), di cui 89 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -47 (-13,9%)
- Ricoverati con sintomi: -1.208 (-16,2%)
- Isolamento domiciliare: -154.426 (-16,1%)
- Nuovi casi: 171.737 (-29,6%)
- Casi attualmente positivi: -155.681 (-16,1%)
"I nuovi casi settimanali continuano a scendere (-29,6% rispetto alla settimana precedente) attestandosi intorno a quota 172 mila con una media mobile a 7 giorni di poco superiore ai 24 mila casi giornalieri", commenta il presidente della fondazione, Nino Cartabellotta, sottolineando come questa riduzione si rilevi in tutte le Regioni italiane.
Al tempo stesso, calano anche i test effettuati: dai 1.727.246 realizzati nella settimana tra l'11 e il
17 maggio ai 1.502.199 della settimana fra il 18 e il 24 maggio.
Per quanto riguarda i ricoveri, anche questi in calo, al 24 maggio i posti letto occupati da positivi erano 290 in terapia intensiva e 6.257 in area medica, con tassi di occupazione rispettivamente del 9,7% e del 3,1%. Anche se con importanti differenze regionali.
Come sta andando la campagna vaccinale
E la campagna vaccinale? Nel suo monitoraggio settimanale Gimbe registra un'ulteriore riduzione dei nuovi vaccinati nell'ultima settimana: 4.280 rispetto ai 4.723 di quella precedente. Un dato che in particolare continua a scendere tra gli over 50, la categoria più a rischio di sviluppare la malattia grave in caso di infezione. In totale sono 6,87 milioni le persone di età superiore ai 5 anni (che possono quindi ricevere il vaccino) a non aver fatto nemmeno una dose.
Per quanto riguarda la terza dose, al 25 maggio ne risultavano somministrate 39.538.731, con una media mobile settimanale di 7.465 dosi al giorno. Il tasso di copertura nazionale per le terze dosi risulta essere dell'82,9%, anche se ci sono anche in questo caso nette differenze nazionali.
"In meno di un mese le persone candidate a ricevere subito la dose booster sono più che raddoppiate (da 1,83 milioni il 28 aprile a oltre 4 milioni il 25 maggio) in quanto trascorsi 120 giorni dal completamento del ciclo primario o dalla guarigione dopo il ciclo primario. In tal senso, considerato l’attuale stallo della campagna vaccinale, nelle prossime settimane aumenterà ulteriormente la popolazione suscettibile, vista la limitata efficacia della vaccinazione con due dosi nei confronti della variante Omicron", commenta Cartabellotta.
Il monitoraggio di Gimbe sottolinea poi come nelle persone vaccinate con ciclo completo si riduca l'incidenza di diagnosi rispetto a quelle non vaccinate in tutte le fasce di età, ad eccezione di quella tra i 5 e gli 11 anni.
La fondazione lancia poi l'allarme sulla quarta dose alle fasce più fragili. In base alla platea ufficiale, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi agli immunocompromessi è del 30,5%, mentre per quanto riguarda gli anziani e i fragili arriva appena al 14%. In entrambi i casi persistono nette differenze tra le Regioni.
Cartabellotta sottolinea che nonostante i molteplici appelli di Gimbe per il completamento della campagna vaccinale "la somministrazione della quarta dose non solo non è decollata,
ma i trend documentano una fase calante". E conclude: "Eppure, la riduzione dell’efficacia vaccinale nei confronti della malattia grave aumenta la mortalità nelle fasce più anziane della popolazione già vaccinate con tre dosi, mentre si consolidano le prove di efficacia del secondo booster nel ridurre ospedalizzazioni e decessi. Peraltro, gli eccellenti risultati di alcune Regioni “virtuose” dimostrano che somministrare alle persone vulnerabili l’ulteriore booster a 120 giorni dalla terza dose è solo una questione organizzativa e di informazione alla popolazione. Perché rimandare all’autunno, confidando nell’arrivo dei “vaccini aggiornati”, è una scelta molto azzardata per le persone vulnerabili".