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Giarrusso (M5s): “Non restituisco lo stipendio da parlamentare? Soldi mi servono per le querele”

Il senatore del Movimento 5 Stelle, Mario Michele Giarrusso, si difende da chi lo accusa di non aver effettuato le restituzioni previste per i parlamentari pentastellati. Intervistato da Fanpage.it spiega: “Io devo difendere la mia attività di portavoce nei tribunali, dove sono stato trascinato da persone che abbiamo attaccato svolgendo i compiti che ci sono stati affidati dai cittadini”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Finita al centro delle polemiche per le mancate restituzioni previste per tutti i parlamentari del Movimento 5 Stelle, il senatore Mario Michele Giarrusso si difende intervistato da Fanpage.it, spiegando che con quei soldi deve pagare le querele a suo carico. “Io devo difendere la mia attività di portavoce nei tribunali, dove sono stato trascinato da persone che abbiamo attaccato svolgendo i compiti che ci sono stati affidati dai cittadini. Noi abbiamo chiesto al Movimento di fare fronte alle spese di giustizia”, spiega Giarrusso. Secondo cui lo scudo legale di Rousseau, previsto proprio per gli eletti e finanziato dai parlamentari, “non funziona”: “Mi hanno contattato consiglieri comunali dicendomi o che lo scudo non funziona o che ha funzionato malissimo”. Anche se lui consigliere comunale non è e da parlamentare ha uno stipendio più alto, ma comunque a suo parere non sufficiente per pagare queste spese legali: “Ne ho parecchie di querele, noi coi soldi della restituzioni abbiamo pagato a Grillo 300mila e passa euro di spese legali e hanno fatto benissimo. Io non voglio pagare i prossimi dieci anni a pagare debiti, quando sarò in pensione. Dobbiamo avere una copertura”.

Il procedimento contro Giarrusso

A suo carico dovrebbe essere aperto un procedimento interno al M5s. Che non sembra preoccupare Giarrusso: “Il Movimento è casa mia”. Inoltre, sottolinea, “quello che è successo è che si è aperto un ragionamento su come fare per tutelare i portavoce”. “Combattiamo”, risponde quando gli chiede se c’è il rischio che venga cacciato. E ride quando si ipotizza un suo passaggio alla Lega, che non smentisce esplicitamente, pur scherzandoci su: “Non ci vogliono da nessuna parte”.

Giarrusso contro Davide Casaleggio

Il documento presentato negli scorsi giorni da alcuni senatori del M5s viene ritenuto da Giarrusso “abbastanza ben ragionato, anche fin troppo soft su alcuni passaggi”. Il riferimento sembra essere a Davide Casaleggio: “Ormai l’insofferenza è evidente per la maggioranza dei parlamentari perché si tra tracimando da un ruolo di supporto tecnico a uno decisionale e politico che non gli compete, non gli spetta e non si eredita dai familiari”. Poi le accuse nei confronti di Casaleggio diventano sempre più dure: “Se uno si espone politicamente poi sorgono dei problemi enormi come quello di lavorare con il gruppo Onorato. Mentre noi ci battevamo per avere verità e giustizia per le vittime del Moby Prince, prendere incarichi dal titolare di quella compagnia di navigazione lascia un sapore molto amaro, è come se io dopo una vita che faccio battaglie contro la mafia poi andassi a difendere un capomafia in un processo. È un fatto di opportunità molto serio e molto grave e temo che non sia l’unico”. Tanto che Giarrusso parla di una cosa “così orribile”.

Il giudizio su Di Maio

Giarrusso offre anche un giudizio sull’operato di Luigi Di Maio: “Non è una questione personale, ma è sotto gli occhi di tutti: a responsabilità seguono anche le conseguenze del caso. Siamo andati incontro a un disastro dopo l’altro ed è successo dopo” le politiche del 2018, specifica. Infine, c’è il voto sul caso Gregoretti con l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini nella Giunta per l’immunità di cui fa parte: “La mia posizione è quella del M5s, sempre. In Giunta ci dobbiamo ancora confrontare con i colleghi e decideremo insieme. Speriamo di avere una linea comune”.

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