Gianni Alemanno organizza il suo partito: a Orvieto convegno della destra anti americana e anti Meloni
Tornare a Itaca. Questa è l'immagine tante volte usata in questi anni dalla destra italiana per descrivere il lento approdo verso Fratelli d'Italia dopo la diaspora politica seguita alla fine di Alleanza Nazionale. C'è uno solo che dopo essere tornato a Itaca è ripartito: Gianni Alemanno. L'ex sindaco di Roma e ex ministro dell'Agricoltura, voleva prendere il ruolo di capo della minoranza dentro Fratelli d'Italia. Ma Giorgia Meloni gli ha fatto ben presto capire che il "suo" partito non è Alleanza Nazionale, non c'è posto per colonnelli e correnti: comanda solo lei. Chi si adegua avrà il suo spazio anche se dovrà ingoiare magari qualche rospo, come hanno fatto Fabio Rampelli e i suoi Gabbiani, per tutti gli altri "quella è la porta".
Così Alemanno, dopo aver lavorato per portare preferenze e voti a Italexit di Gianluigi Paragone, si è guardato in giro per capire cosa mancasse nell'offerto politica a destra per trovare un suo spazio, e ha deciso di rispolverare un vecchio cavallo di battaglia della destra sociale di cui è stato leader e punto di riferimento: l'anti americanismo. Con uno stipendio garantito dall'ASI (gestisce per l'ente sportivo le relazioni istituzionali) si è messo così a lavoro e tra manifestazioni, la raccolta di firme per il referendum e convegni, ha messo su il Comitato fermiamo la guerra. Ora il tentativo è quello di costruire un vero soggetto politico.
L'appuntamento è a Orvieto sabato 29 e domenica 30 luglio per una due giorni di incontri e dibattiti dal titolo "Forum per l'indipendenza italiana. Un movimento per l'Italia". Ad aderire una selva di piccole sigle per lo più locali, mini partiti personali come Exit Sovranità dell'ex leader di Casapound Simone Di Stefano, o gruppi di estrema destra come Magnitudo Italia. L'idea di Alemanno è aggregare quello che a destra si muove in maniera confusa, e di pescare anche nel cosiddetto "mondo del dissenso" che si è aggregato attorno alle piazze no vax e no green pass, e che oggi decisamente simpatizza per la Russia nel conflitto in corso.
Tra i relatori troviamo non a caso due punti di riferimento sia della raccolta firma del referendum contro la guerra che delle battaglia contro l'obbligo vaccinale e il passaporto sanitario, come Andrea Zhok e Ugo Mattei, e una delle voci più mainstream del "dissenso" ovvero Diego Fusaro . Interlocutore privilegiato del costituendosi movimento è evidentemente la Lega, più tiepida sulla guerra in Ucraina e storicamente amica della Russia. A Orvieto interverrà Simone Pillon, ormai ex senatore, ma soprattutto ci saranno a discutere di Europa due europarlamentari di assoluto peso del Carroccio: Antonio Rinaldi e Marco Zanni, capogruppo di Identità e Democrazia. Alemanno tenterà la corsa con la Lega alle prossime europee portando in dote il suo nuovo movimento? È presto per dirlo ma le manovre di avvicinamento sono già evidentemente in corso.
Qua e là poi qualche eletto Gianni Alemanno già lo ha piazzato negli ultimi anni, utilizzando le liste civiche di centrodestra. È il caso Luciano Crea, consigliere regionale nel Lazio, Marco Mastacchi eletto in regione Emilia Romagna e di un altro consigliere regionale, questa volta nelle Marche Giacomo Rossi. C'è poi qualche consigliere comunale e interlocutori significativi come il presidente dello Svimez Adriano Giannola, Felice Coppolino vicepresidente di Unicoop e Veronica Barbati presidente di Coldiretti Giovani.