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Miccichè indagato per peculato e truffa, gip: “Usava auto blu anche per portare il gatto dal veterinario”

L’ex presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè è indagato per peculato, truffa aggravata ai danni dell’Ars e false attestazioni sulla presenza in servizio di un dipendente pubblico. Avrebbe usato l’auto blu anche per portare il “gatto dal veterinario o recuperare il caricabatterie dell’iPad”.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'ex Presidente dell'Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè, oggi deputato regionale del Gruppo Misto, sottoposto al divieto di dimora a Cefalù (Palermo) per peculato e truffa nei confronti dell'Ars, avrebbe tenuto "una gestione arbitraria e del tutto personalistica dell'autovettura", utilizzando l'auto blu in modo irregolare. È quanto scrive il Gip di Palermo Rosario Di Gioia nella misura cautelare. Al politico indagato sono stati sequestrati anche 12mila euro.

Secondo l'accusa l'ex Presidente dell'Ars avrebbe fatto accompagnare dal suo autista, con l'auto blu, il suo collaboratore Vito Scardina fino a Cefalù "per incombenze domestiche". Ma anche per accompagnare la moglie o per fargli arrivare un "bidone di benzina" o consegnargli un imprecisato cofanetto. Avrebbe usato l'auto blu anche per portare il "gatto dal veterinario o recuperare il caricabatterie dell'iPad". Sono oltre trenta gli episodi contestati per l'uso illegittimo dell'auto blu.

L'accusa è dunque di peculato, truffa aggrava ai danni dell'Ars e false attestazioni sulla presenza in servizio di un dipendente pubblico. "Andrò a spiegare tutto ai magistrati – ha assicurato Miccichè all'Adnkronos – Io non credo di avere commesso atti illeciti. Se è un illecito dare un passaggio a mia moglie. Va bene, questo non posso negarlo. Forse ho fatto qualche leggerezza ma nulla di grave". Miccichè ha la villa al mare a Sant'Amborgio, a Cefalù, nel palermitano, dove trascorre tutta l'estate e dove vive anche durante l'anno. "Sto tornando a Palermo", ha detto all'Adnkronos. "Perché se resto a Sant'Ambrogio rischio magari l'arresto…". E ha aggiunto: "Non vi è dubbio che potrei avere commesso qualche errore ma davvero non ci trovo niente di male. Se questo è peculato… Io non ho nulla da rimproverami, forse ho commesso, lo ripeto, qualche leggerezza". E ha ricordato che "per regolamento" l'ex Presidente dell'Ars ha in dotazione l'auto blu. Che adesso non avrà più.

La misura cautelare è stata emessa dal gip di Palermo su richiesta del Procuratore capo Maurizio de Lucia. Destinatario del provvedimento ance il collaboratore Maurizio Messina, assistente parlamentare con funzione di autista di Miccichè, che ha l'obbligo di dimora a Palermo e Monreale. L'ordinanza è stata eseguita dai militari del Nucleo di Polizia economico finanziaria della Gdf di Palermo In tutto è stato anche disposto il sequestro di 24mila euro quale "profitto dei reati di peculato, truffa aggravata ai danni dell'Ars e false attestazioni sulla presenza in servizio del dipendente pubblico, a vario titolo contestati". Il provvedimento, come specifica la Procura è stato emesso "sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare, pertanto, in attesa di giudizio definitivo sussiste la presunzione di innocenza".

Miccichè: "Ho sempre agito con rigore"

Nel pomeriggio è arrivato anche il commento ufficiale di Miccichè. Con una nota, il deputato regionale siciliano ha preso nuovamente le distanze dalle accuse: "Io e il mio staff abbiamo sempre lavorato ed agito con la massima trasparenza e rigore. Sono pronto a chiarire tutto davanti gli organi competenti", ha affermato. Nei prossimi giorni, si svolgerà l'interrogatorio di Miccihè per valutare se ci siano le condizioni per prolungare il divieto di dimora a Cefalù oppure no.

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