Mentre il Senato si prepara a votare il si alla tanto discussa Riforma Gelmini ed è alta l'allerta per i possibili incidenti nelle manifestazioni studentesche previste nella giornata di mercoledì, non si placano le polemiche relative alla bocciatura della mozione di sfiducia al Governo Berlusconi IV. Nell'occhio del ciclone sempre il Presidente della Camera Gianfranco Fini, il quale sulla possibilità di sfiduciare il Cavaliere aveva investito gran parte della sua "caratura" politica e personale.
Il leader di Futuro e Libertà, che recentemente aveva annunciato la volontà di dar vita al Polo della Nazione con il leader dell'Unione di Centro Pierferdinando Casini, quello dell'Alleanza per l'Italia Francesco Rutelli ed il Governatore della Sicilia Raffaele Lombardo, in occasione dello scambio degli auguri natalizi con i dipendenti di Montecitorio, non si è lasciato sfuggire l'occasione per smentire le ultime indiscrezioni della carta stampata che lo vorrebbero vicino alle dimissioni dallo scranno più alto della Camera.
"Come passa il tempo, sono già due anni e mezzo, è già la terza volta che ci facciamo gli auguri e ci vedremo anche in futuro per continuare una collaborazione al servizio del popolo italiano e del Parlamento […] Bisogna ricordare un po'a tutti che le istituzioni restano e gli uomini passano, siamo pro – tempore e tutti dovrebbero ricordarselo, in ogni caso finché dura la legislatura continueremo a vederci per gli auguri di Natale”.
Una smentita che tradisce però anche il nervosismo per le ultime voci che circolano negli ambienti vicini al centro destra e che parlano di imminenti rientri nelle fila della maggioranza di deputati di Fli, sulla scorta dei "ripensamenti dell'ultim'ora" dei vari Moffa, Siliquini e Polidori, determinanti per la fiducia al Governo berlusconi IV. Come se non bastasse lo stesso Berlusconi non ha risparmiato l'ultima frecciata al veleno all'ex sodale, sottolineando come "l’Anm ha garantito protezione a Fini e ai suoi uomini. Fini dal canto suo ha dato assicurazione che fin quando ci sarà lui nel ruolo di presidente della Camera non verrà fatta alcuna legge contro i magistrati", insinunado dunque patti "sotto banco" per impedire il passaggio di leggi di riforma del sistema giudiziario italiano.