Gianfranco Fini indagato per riciclaggio. “Sono molto sereno, è solamente un atto dovuto”
Gianfranco Fini torna al centro del dibattito mediatico dopo svariati anni di pressoché assoluto silenzio. Secondo quanto riferisce il settimanale L'Espresso, l'ex presidente della Camera dei Deputati è indagato per concorso in riciclaggio in relazione a una parte dei fondi neri sottratti al Fisco italiano dall'imprenditore catanese e "re delle slot machine" Francesco Corallo, arrestato lo scorso dicembre. Questa mattina i militari del reparto antimafia della Guardia di Finanza hanno eseguito un sequestro preventivo di tutte le proprietà riconducibili ai familiari di Gianfranco Fini, ovvero della moglie Elisabetta Tulliani, del cognato Giancarlo Tulliani e del padre Sergio Tulliani, accusati di riciclaggio e reimpiego dei capitali illeciti a favore di Corallo e di autoriciclaggioo. I reati, secondo l'accusa, sarebbero stati commessi a partire dal 2008 per un valore totale di oltre cinque milioni di euro, mentre i profitti ipotizzati avrebbero raggiunto la cifra totale di sette milioni di euro.
Questa nuova accusa si inserisce nel filone dell'indagine che lo scorso 13 dicembre ha portato all'arresto di Francesco Corallo e dei suoi collaboratori Rudolf Baetsen, Alessandro La Monica, Arturo Vespignani e dell'ex parlamentare Amedeo Laboccetta, in seguito scarcerato dal tribunale del riesame, accusati a vario titoli dei reati di associazione per delinquere finalizzata ai reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Secondo l'accusa, i proventi illecitamente riciclati attraverso alcune società offshore e reinvestiti da Corallo in attività economiche e finanziarie ammonterebbero a oltre 250 milioni di euro e di questi 250 milioni, oltre 5 sarebbero stati girati dall'imprenditore catanese ai tre Tulliani.
"Il reato di autoriciclaggio è collegato a fatti scoperti con le perquisizioni a carico di Sergio e Giancarlo Tulliani, nel giorno dell'arresto di Corallo, e ai risultati delle indagini bancarie sui conti esteri e sulle società offshore riconducibili anche ad Elisabetta Tulliani. In particolare i tre familiari, dopo aver ricevuto quasi sei milioni di euro dalle offshore di Corallo, hanno ulteriormente trasferito ed occultato, attraverso operazioni di frazionamento e reciproci passaggi bancari, quei profitti illeciti, utilizzando propri conti bancari in Italia e all'estero", scrive L'Espresso.
Al centro dell'accusa di autoriciclaggio ci sarebbero in particolare i 3 milioni e 599 mila dollari versati nel 2009 da Francesco Corallo su un conto estero intestato a Sergio Tulliani, padre della moglie di Gianfranco Fini, trasferiti in seguito ai figli Giancarlo ed Elisabetta per l'acquisto di immobili a Roma. Nell'inchiesta, inoltre, è finita anche la famigerata casa di Montecarlo che qualche anno fa causò non pochi grattacapi a Gianfranco Fini. L'accusa, infatti, sta indagando inoltre sulla plusvalenza di oltre un milione di euro ricavata dai Tulliani attraverso la vendita dell'appartamento di proprietà di Alleanza Nazionale, appartamento che sarebbe stato acquistato da Giancarlo Tulliani con fondi neri versati segretamente proprio da Corallo.
Fini: "Sono molto più che sereno, sapevo sarebbe accaduto"
Appresa la notizia, Gianfranco Fini in un'intervista concessa a Tommaso Labate del Corriere della Sera ha commentato la vicenda sostenendo sia semplicemente un atto dovuto: "Mi creda, è un atto dovuto. Sapevo perfettamente che sarebbe successo. Me l’aspettavo. Tra l’altro, ieri come oggi, ho piena fiducia nell’operato dei magistrati che indagano", spiega Fini. "La vicenda è quella che riguarda Corallo, i fatti ormai noti. Credo che dentro ci sia anche la storia della casa di Montecarlo, anche se non si capisce bene come abbiano fatto a mettercela dentro", prosegue l'ex presidente della Camera. "Sono molto di più che sereno. Quando hai fiducia nell’operato della magistratura, non puoi che aspettare che indaghino tranquillamente. Ovvio che debbano avvisarmi, per questo dico che è un atto dovuto. Aspettiamo l’esito di queste indagini. Su questa storia, oggi come ieri, non ho nulla da temere".
La vicenda della casa di Montecarlo
Della storia della famigerata casa di Montecarlo si parla dal 2010 circa. In seguito alla burrascosa uscita di Gianfranco Fini dall'alleanza di centrodestra instaurata con Silvio Berlusconi, i quotidiano Libero, Il Giornale e Panorama condussero un'aspra campagna mediatica contro Fini, al centro della quale era posto questo appartamento di 45 metri quadri sito a Montecarlo, di proprietà di Alleanza Nazionale dal 1999, anno in cui la contessa Anna Maria Colleoni lo lasciò in eredità al partito guidato da Fini. La casa venne venduta da Alleanza nazionale a un società offshore per 300.000 euro e in seguito affittata a Giancarlo Tulliani, fratello della compagna di Gianfranco Fini, Elisabetta Tulliani. Nel luglio del 2010 Francesco Storace presenta una denuncia e la Procura di Roma apre un'indagine contro ignoti, ma al termine dell'inchiesta nessuna frode viene rilevata e la posizione di Gianfranco Fini viene archiviata, non essendo ravvisabile alcun reato a carico dell'ex presidente della Camera.