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Geo Barents lascia La Spezia per una nuova missione: dai controlli non è emersa alcuna irregolarità

Dai primi accertamenti delle autorità sulla Geo Barents non è emersa alcuna irregolarità, e l’Ong Msf non è stata raggiunta da alcun provvedimento. La nave ha lasciato il porto di La Spezia per dirigersi verso il Mediterraneo centrale.
A cura di Annalisa Cangemi
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La nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere ha lasciato il porto di La Spezia, per ripartire verso una nuova missione di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. La nave della Ong, dopo aver sbarcato i 237 migranti che erano stati salvati in tre diverse operazioni, era ferma al porto ligure per accertamenti da parte delle autorità. Per il momento, fanno sapere dallo staff, l'organizzazione umanitaria non è stata raggiunta da alcun provvedimento.

Ieri il comandante e il capo missione si sono recati in questura per essere ascoltati dalla polizia, ma per il momento non è emersa nessuna criticità. Gli accertamenti, come spiegato nei giorni scorsi dalla prefetta della Spezia, Maria Luisa Inversini, servivano a stabilire se per la prima volta una nave Ong avesse violato o meno il nuovo Codice di condotta previsto dal decreto Piantedosi, che imporrebbe alle navi da soccorso civili di dirigersi immediatamente in Italia dopo ogni salvataggio.

In teoria, dice il decreto, la nave Ong deve raggiungere il porto di sbarco indicato dalle autorità senza ritardi o deviazioni, per completare il soccorso. E sempre nel testo del decreto si specifica che nel caso ci siano salvataggi multipli, quelli successivi al primo devono essere condotti nel rispetto degli obblighi di notifica, e non devono ritardare il completamento del salvataggio, che si conclude con il raggiungimento del porto di sbarco. La nave di Medici Senza Frontiere, stando alle nuove regole, rischiava il fermo sino a due mesi e il capitano una sanzione da 10 a 50mila euro.

Il comandante, infatti, ha portato a termine tre diverse operazioni di salvataggio, in ossequio al preciso obbligo degli Stati di salvare la vita in mare. Obbligo prevalente su tutte le norme e gli accordi finalizzati al contrasto dell'immigrazione irregolare.

Cosa è successo nell'ultima missione di Geo Barents

Il primo soccorso era avvenuto tra la Libia e la Sicilia alle 17 del 24 gennaio. Poi alle 3.40 del 25 gennaio era arrivata una seconda richiesta di aiuto. Il comandante aveva avvertito le autorità italiane senza però ricevere alcuna risposta. Non avendo la certezza che un'altra nave poteva intervenire la Geo Barents aveva affiancato alle 6.51 il natante in difficoltà davanti alle coste libiche. Poco dopo, alle 11.51, l'equipaggio ha operato il terzo salvataggio: a bordo di un gommone stracarico di migranti c'era una bambina di 11 mesi che piangeva, abbracciata alla madre di soli 17 anni. Una volta arrivata alla Spezia e sbarcati tutti i migranti (tra cui 74 minori non accompagnati, alcune donne incinte e alcuni feriti) la Geo Barents è rimasta sub iudice in attesa che le autorità prendessero una decisione in merito alla violazione o meno del decreto Piantedosi.

Il comandante della nave e il capomissione sono stati ascoltati dalla polizia ieri, per circa 8 ore, per poi tornare alla nave senza che fosse comunicata alcuna sanzione. Oggi la decisione: Geo Barents è potuta quindi ripartire verso il Mediterraneo centrale, andrà direttamente in zona Sar.

Cosa aveva detto Piantedosi sul decreto Ong

In teoria però il ministro dell'Interno Piantedosi aveva chiarito in un'intervista a Piazzapulita su La7 aveva detto che non è vero che una nave è costretta a compiere un solo salvataggio: "Non c'è scritto da nessuna parte", aveva detto a Formigli, "Nel momento in cui fanno il salvataggio devono chiedere immediatamente il Pos, perché è la regola", possono effettuare un secondo salvataggio "lungo la traiettoria del percorso che gli viene assegnato. Bisogna rimanere ancora lì dei giorni?", ha detto il titolare del Viminale. Alla domanda sul perché una nave debba rientrare con sole 60 persone a bordo, pur avendo una capienza maggiore, il ministro ha risposto così: "Bisogna per forza raccogliere più persone e trattenersi lì ad aspettare che qualcuno arrivi? Ci siamo noi" a salvare persone. "Ci sono le navi della Capitaneria di porto e Guardia di Finanza che hanno fatto salvataggi fino a 70 miglia nautiche dalle coste italiane".

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