Geo Barents con 410 migranti aspetta ancora un porto: “A bordo anche una donna incinta e 91 minori”
La nave di Medici Senza Frontiere, la Geo Barents, battente bandiera norvegese, si trova ancora in acque internazionali, al largo delle coste siciliane e maltesi. A bordo dell'imbarcazione ci sono 410 migranti soccorsi in sette interventi, i primi portati a termine ormai cinque giorni fa. Tra le persone salvate ci sono anche diverse donne e ben 91 minori non accompagnati. La ong continua a chiedere un porto sicuro per lo sbarco.
Avra Fialas di Medici Senza Frontiere, che si trova a bordo della nave dell'organizzazione umanitaria, ha rilasciato questa testimonianza: "Sulla nostra nave abbiamo 410 esseri umani, che abbiamo soccorso negli ultimi giorni. Abbiamo una donna incinta, diversi bambini e minori non accompagnati. Le persone che abbiamo a bordo provengono da 21 nazioni diverse, la maggior parte di loro è partita dalla Siria, dall'Etiopia, dall'Eritrea, dal Sudan, dal Mali. Tutti sono molto stanchi, anche se in generale la situazione è stabile. I nostri medici stanno ancora esaminando i migranti, uno per uno".
"Continuiamo a distribuire cibo, acqua e a provvedere ai loro bisogni medicali. Non è una situazione ideale, anche perché il soccorso terminerà solo quando queste persone saranno sbarcate in un luogo sicuro. Abbiamo chiesto fortemente alle autorità competenti un porto di sbarco, ci diano indicazioni positive, così che questi migranti, che sono già sono molto provati dalla traversata in mare, dopo essere passati dalla Libia, possano finalmente essere condotti a terra".
"Si è visto negli ultimi giorni, complice il bel tempo, un incremento di partenze dalla Libia e un aumento di sbarchi spontanei a Lampedusa. Più di mille persone sono state intercettate e riportate indietro dalla Guardia costiera libica, quando sappiamo bene quali condizioni inaccettabili ci siano in quel Paese. Tutto ciò mostra una situazione estremamente critica e urgente. Negli ultimi quattro giorni si è visto quanto ci sia bisogno di soccorso in mare. Come MSF chiediamo un meccanismo di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, un soccorso coordinato dagli Stati europei, visto che questa è una loro responsabilità".