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Gentiloni: “Sui migranti ora l’Europa ci dica se c’è o se dobbiamo cavarcela da soli”

Il Presidente del Consiglio riferisce in Senato prima del vertice europeo e parla anche del contrasto al terrorismo: “La minaccia del terrorismo islamico è comune e serve una risposta comune”.
A cura di Redazione
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Come noto, il 22 e 23 giugno si riunirà il Consiglio Europeo, per un appuntamento che acquista una grande rilevanza perché cade in un momento particolarmente complesso per l’Unione. L’ordine del giorno è del resto abbastanza esplicativo: sicurezza e difesa, con riferimento alla sicurezza interna dell’UE e alla lotta al terrorismo; occupazione, crescita e competitività; migrazioni, con riferimento alle azioni di contrasto al traffico di migranti nel Mediterraneo centrale e alla riforma del sistema europeo comune di asilo; l’accordo di Parigi sul cambiamento climatico, dopo lo strappo di Trump; la nuova strategia in materia di cybersicurezza annunciata dalla Commissione europea.

Su tali punti, il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha riferito oggi in Senato, ponendo l’accento in particolare sul contrasto al terrorismo. “Gli orribili attentati di Manchester e di Londra e ieri l'attentato fallito a Bruxelles ci dicono ancora una volta che la minaccia del terrorismo islamico è comune e che serve una risposta comune”, spiega Gentiloni, ribadendo che “il fenomeno va contrastato a livello comune”, anche “cercando di moltiplicare l'aggressione dei grandi player del web contro questo fenomeno”. Per il Presidente del Consiglio, “la Rete è sì strumento di libertà”, ma non può diventare “il terreno di coltura di chi la mina, minacciando così la nostra sicurezza”.

Quanto invece alla questione migranti, per il Presidente del Consiglio è giunto il momento in cui “l’Europa ci deve dire se c’è o se dobbiamo cavarcela da soli”. In tema di immigrazione l’approccio della Ue “resta drammaticamente al di sotto delle esigenze di governo e gestione del fenomeno”. Dunque, continua “è più che mai attuale il tema delle politiche comuni, ma l'Unione deve cambiare e noi dobbiamo avere il coraggio e l'orgoglio di affermare due elementi: dire con forza che ci riconosciamo nel carattere strategico dell'Unione ma che c'è bisogno di cambiare”, perché l’Unione ha ritrovato vitalità, ma il percorso è solo agli inizi.

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