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Gentiloni dice che i 200 miliardi per il Pnrr non furono merito di Conte, ma di un algoritmo

In un’intervista al Corriere della Sera, il commissario Ue ed ex premier smentisce la narrazione secondo cui fu il governo Conte a garantire gli oltre 200 miliardi di Pnrr all’Italia: a decidere le quote da assegnare ai vari Paesi sarebbe stato un algoritmo. Poi si corregge: “La suddivisione fu proposta dalla Commissione, ma il governo ebbe un ruolo fondamentale”.
A cura di Pietro Forti
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Non sarebbe stato un negoziato a portare gli oltre 200 miliardi del Pnrr all'Italia, bensì un algoritmo. Le rivelazioni di Paolo Gentiloni sono destinate a far discutere. In un'intervista per l'ultimo libro di Paolo Valentino, "Nelle vene di Bruxelles", anticipata oggi dal Corriere, il commissario europeo per l'Economia parla del processo che portò alla distribuzione dei soldi del Next Generation Eu: "Tutti questi soldi sono stati dati in base a un algoritmo ai vari Paesi".

Sulla distribuzione non ci sarebbe stato quindi alcun compromesso trovato dall'esecutivo sulla quota, al contrario di quanto sempre affermato da chi era al governo al tempo, ovvero soprattutto il presidente del Movimento 5 Stelle ed ex premier, Giuseppe Conte. Ma l'ex presidente del Consiglio, predecessore di Conte a Palazzo Chigi, ha corretto il tiro stamattina: "È verissimo che il governo italiano ha dato un contributo fondamentale sul fatto che si arrivasse al Next Generation Eu, c'è stato un negoziato feroce, durato mesi – ha spiegato Gentiloni nel corso della presentazione a Roma del volume ‘Europa, evitare il declino' – Poi ci fu la lunghissima riunione in cui sicuramente l'ex premier Giuseppe Conte ha svolto un ruolo importante, così come l'attuale sindaco di Roma Roberto Gualtieri, allora ministro dell'Economia".

Diplomazia prima e dopo, ma non sulla quota da 200 miliardi

Negoziati prima, per arrivare al Pnrr, ma non sulle quote di finanziamento assegnate agli Stati membri: "Non sono state negoziate dai capi di governo. Sono state ricavate da un algoritmo che è stato tra l’altro ideato e definito da due direttori generali (entrambi olandesi) – si legge nell'intervista sul Corriere al commissario – C’è un po’ di retorica italiana sul fatto che abbiamo conquistato un sacco di soldi. Non è vero. L’Italia è il settimo Paese in termini di rapporto tra soldi ricevuti e Pil. Ci sono altri che in termini relativi hanno portato a casa molto di più, dalla Spagna alla Croazia. Sempre grazie all’algoritmo".

Secondo quanto riportato dal Corriere, la diplomazia intervenne anche dopo, per decidere quanti dei 200 miliardi dovessero essere a fondo perduto: gli Stati membri cosiddetti "frugali", con in testa i Paesi Bassi, avrebbero voluto che fossero erogati quasi tutti come prestiti (oggi sono circa i due terzi) e sulle modalità di erogazione dei fondi europei. Una versione molto diversa da quella dell'allora premier Giuseppe Conte, che ha più volte parlato di "209 miliardi ottenuti da noi".

Gentiloni l'ha ribadito anche stamattina, dopo aver riconosciuto al governo Conte un ruolo nei negoziati: "Effettivamente la proposta di suddivisione – ha aggiunto – fu proposta dalla Commissione e i governi accettarono. L'unica cosa che chiesero di inserire i governi fu una sorta di conguaglio dopo due anni, per alcuni è stato benefico per altri meno, per altri era indifferente".

"Gentiloni come la destra, irriconoscente verso Conte", dura reazione dei 5 Stelle

Dura la reazione del Movimento 5 Stelle alle parole del commissario Ue: "Gli attacchi di Gentiloni a Conte somigliano tanto a quelli della destra. E dire che Conte ha profuso ogni sforzo per fare in modo che proprio Gentiloni assumesse l'incarico di Commissario europeo al fine di proteggere gli interessi nazionali – ha dichiarato a Fanpage Francesco Silvestri, capogruppo alla Camera del M5S – Ma non è certo l'irriconoscenza a far male delle parole di Gentiloni, semmai il fatto di aver mischiato un'ovvietà, come l'uso di algoritmi per conteggi e ripartizioni finanziarie applicate in ogni scelta politica, con la capacità di persuasione e dedizione del presidente Conte al fine di favorire il riscatto del nostro Paese".

Una presa di posizione netta, che segnala una spaccatura tra i partiti dei due ex premier. "Conte è riuscito dove nessun presidente del Consiglio era riuscito prima – ha concluso Silvestri – A dirlo sono i fatti e il riconoscimento dei leader internazionali che in quei giorni discutevano con lui anche aspramente. Piuttosto ci spieghi cosa ha fatto lui per il patto di stabilità approvato dal governo che strozza la crescita".

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