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Gazprom ha comunicato all’Eni un taglio del 15% delle forniture di gas dalla Russia

Dopo la riduzione del 40% delle forniture di gas dalla Russia attraverso Nord Stream, Eni conferma che oggi Gazprom ha annunciato “una limitata riduzione delle forniture di gas pari a circa il 15%”.
A cura di Annalisa Girardi
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Dopo l'annuncio da parte della Russia di aver ridotto del 40% le forniture di gas all'Europa attraverso Nord Stream, Eni ha confermato un taglio nei flussi verso l'Italia del 15%: "Eni ha ricevuto comunicazione di una limitata riduzione dei flussi dal proprio fornitore russo relativamente all'approvvigionamento gas verso l'Italia. Eni continuerà a monitorare l'evoluzione della situazione e comunicherà eventuali aggiornamenti", si legge in una nota. Poi, un portavoce di Eni interpellato dall'Ansa ha confermato che "Gazprom ha comunicato una limitata riduzione delle forniture di gas per la giornata di oggi, pari a circa il 15%" e che "le ragioni della diminuzione non sono state al momento notificate".

Da tempo l'Italia e l'Unione europea si stanno muovendo per raggiungere l'indipendenza energetica dalla Russia. E stanno quindi guardando ad altri possibili fornitori. Con sempre meno gas russo in arrivo dal Nord, Bruxelles oggi ha firmato un accordo con Egitto e Israele per "la fornitura stabile di gas naturale all'Ue dalla regione meridionale". La presidente della Commissione europea in questi giorni si trovava nei due Paesi per concludere l'accordo. Secondo quanto annunciato in precedenza dal ministero dell'Energia israeliano, l'intesa raggiunta consentirà di aprire a "significative" esportazioni di gas israeliano verso l'Europa attraverso l'Egitto: da Israele il gas dovrebbe quindi arrivare in Egitto e poi da lì essere inviato al mercato europeo.

Von der Leyen lo ha definito un accordo storico, sottolineando che contribuirà a rafforzare la sicurezza energetica europea, mentre si costruiscono le infrastrutture necessarie per passare sempre di più alle rinnovabili, cioè all'energia del futuro.

Per quanto riguarda le quantità, sappiamo che Israele è in possesso di due strutture operative al largo della costa mediterranea, che contengono circa 690 miliardi di metri cubi di gas naturale. Un terzo impianto offshore è invece in lavorazione. L'Egitto, da parte sua, dispone di estesi impianti di gas naturale che però sono inattivi più o meno dalla caduta dalla caduta dell'ex presidente Hosni Mubarak, rovesciato nel 2011 dalla Primavera Araba. Nel 2018 il governo di Abdel Fattah el-Sissi, arrivato al potere con un colpo militare, ha firmato un accordo da 15 miliardi di dollari con la società israeliana Delek Drilling e il suo partner statunitense, Noble Energy, per trasportare gas naturale. L'obiettivo de Il Cairo sarebbe quello di creare un nuovo hub regionale.

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