Gaza, Boldrini: “Da Netanyahu sterminio deciso a tavolino. Meloni non fa nulla per cessare il fuoco”
di Marco Billeci e Annalisa Girardi
È in corso una disumanizzazione delle persone palestinesi. Un processo portato avanti con il blocco degli aiuti umanitari da parte del governo israeliano, che non consente a un numero sufficiente di convogli di entrare nella Striscia di Gaza, portando così le persone alla disperazione più totale. Lo ha detto Laura Boldrini ai microfoni di Fanpage.it durante il sit-in a Roma per ricordare i giornalisti uccisi a Gaza. "Prima del 7 ottobre entravano a Gaza 500 camion ogni giorno. Ora passano dieci o venti camion al giorno. Il che significa che la stragrande maggioranza di persone non ha nulla di cui nutrirsi. Soffre la fame, la gente è disperata, è talmente affamata che poi, quando arriva un convoglio viene preso d'assalto", spiega la deputata del Partito democratico – ex presidente della Camera – raccontando quanto accaduto questa settimana, quando oltre cento palestinesi sono stati uccisi dall'esercito israeliano mentre erano accalcati attorno ai camion che portavano gli aiuti umanitari.
"Tutto questo è deciso a tavolino dal governo di Netanyahu. E questo è spietato – scandisce Boldrini –Ammettiamo pure che i militari israeliani non avessero l'intento di uccidere, ma comunque quei colpi hanno creato il caos e questo ha portato la morte di oltre 110 persone e il ferimento di oltre 700 persone. Ed è l'ultimo episodio drammatico di una serie lunghissima".
Per un cessate il fuoco immediato
A questa drammatica situazione non c'è alternativa, se non un cessate il fuoco immediato: "Penso che il cessate il fuoco sia imperativo. Cessate il fuoco subito, la liberazione degli ostaggi subito. La comunità internazionale deve fare di più rispetto a quello che ha fatto finora", afferma Boldrini. Per poi ricordare che in Parlamento sia stata approvata una mozione per il cessate il fuoco e puntare il dito contro il governo di Giorgia Meloni: "Il Parlamento italiano ha approvato una mozione per il cessate il fuoco immediato. Non basta dirlo davanti alle telecamere. La presidenza del Consiglio cosa sta facendo per convincere il suo amico Benjamin Netanyahu a fermare questo massacro, questa carneficina? si sta adoperando, sta andando a fare dei colloqui? A noi non sembra. Questo è un altro modo per delegittimare il Parlamento. Perché se il Parlamento dà degli indirizzi, il governo poi deve dare seguito e non mi pare che lo stia facendo"
Riconoscere lo Stato palestinese
Il governo israeliano, guidato da Benjamin Netanyahu, però non sembra intenzionato a mettere fine alle ostilità. Secondo Boldrini c'è un preciso intento, da parte di Tel Aviv, di rendere la situazione nella Striscia di Gaza – se possibile – ancora più drammatica: "Gli stessi ministri del governo Netanyahu hanno detto e minacciato fin da subito di non mandare più nulla da mangiare e gli aiuti di prima necessità. Hanno bombardato gli ospedali, le ambulanze, ucciso medici, infermieri. Hanno ucciso 120 giornalisti e operatori umanitari. Tutti questi episodi sono gravissime e non hanno precedenti. Perché non si può fuggire da Gaza a differenza di altri conflitti. Gaza è una trappola di morte e si entra solo se il governo israeliano decide di far entrare, questo è un altro abuso. Perché il governo israeliano non dovrebbe avere la facoltà di decidere in merito a Gaza e invece decide da sempre. Non solo a Gaza, ma anche in Cisgiordania".
Secondo la deputata dem è fondamentale, da parte della comunità internazionale, riconoscere al più presto lo Stato palestinese: "Se il motto due popoli – due Stati ha un senso, vuol dire che bisogna farlo l'altro Stato. Bisogna riconoscere lo Stato di Palestina e fare in modo che ci sia continuità territoriale, perché oggi la Cisgiordania non ha più quella continuità: i coloni israeliani sono entrati, occupano a mano armata e minacciano e uccidono nella più totale impunità. Questo non è più tollerabile".
Il sostegno all'Unrwa
Boldrini parla anche del taglio dei fondi – da parte dell'Italia e di altri Paesi – all'Unrwa, all'Agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi, dopo le accuse rivolte ad alcuni membri dello staff di aver preso parte agli attacchi del 7 ottobre di Hamas: "È gravissimo sospendere il sostegno all'Unrwa. Se ci sono stati degli elementi di Unrwa che hanno preso parte agli attacchi terrificanti e terroristici del 7 di ottobre, queste persone dovranno risponderne davanti alla giustizia. Intanto sono state licenziate ed è stata attivata la procedura interna. Ma èunire tutta l'Agenzia è un altro modo, totalmente arbitrario, di gestire la questione. L'Unrwa assiste 5 milioni di rifugiati palestinesi, non solo a Gaza, non solo in Cisgiordania, ma anche in Libano, in Giordania, in Siria. Allora che facciamo? Puniamo tutti? Questo andrebbe a creare ulteriore instabilità".
La situazione è catastrofica e negare i contributi all'Unrwa – che dal 1948, dalla Nakba, assiste il popolo palestinese – non farà che peggiorare la situazione. "L'Unrwa è insostituibile per il sostegno al popolo palestinese che dal 1948 viene scacciato dalle proprie terre dalle proprie case. Questo spostamento forzato di popolazione oggi è ancora in corso, nel senso che chiaramente l'obiettivo di Netanyahu è questo, scacciare tutti i palestinesi da Gaza e fare di Gaza un'altra cosa".
La missione a Rafah
Tanto di quello che accade a Gaza riesce ad arrivare al resto della popolazione grazie al lavoro difficilissimo dei giornalisti palestinesi, un lavoro "eroico" dice Boldrini. Ma per la stampa internazionale è complicatissimo entrare nella Striscia: "Israele impedisce ai giornalisti di entrare. Dobbiamo rivendicare questo diritto, quello di entrare e raccontare la verità", ribadisce la deputata, che sta per partire per l'Egitto con un convoglio di altri parlamentari: "Siamo un gruppo di 15 parlamentari, in partenza per l'Egitto per accompagnare un convoglio umanitario organizzato dalla Aoi, una Ong. Insieme alla società civile accompagneremo questo convoglio fino al valico di Rafah, perché è indispensabile anche da lì chiedere il cessate il fuoco. Testimoniare solidarietà a chi sta dall'altra parte della barriera ed è oggetto di sterminio. Perché io non so trovare un altro modo di descrivere quello che accade".
Si tratta della più grande delegazione di società civile e parlamentari che si spingerà fino al valico di Rafah con la Ong. Tra i deputati, oltre appunto a Laura Boldrini, ci saranno anche Arturo Scotto, Rachele Scarpa, Sara Ferrari, Ouidad Bakkali, Alessandro Zan, Andrea Orlando, Valentina Ghio – per quanto riguarda il Pd – Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Francesco Mari – per Alleanza Verdi e Sinistra – e Stefania Ascari, Carmela Auriemma, Dario Carotenuto e Arnaldo Lomuti – per il Movimento Cinque Stelle.
Boldrini, insieme a Bonelli e Ascari (coordinatrice dell'Intergruppo della Camera per la pace tra Israele e Palestina) ha tenuto una conferenza stampa per raccontare la missione, in cui i deputati hanno spiegato che la situazione non ha precedenti e che per questo la delegazione ha deciso di partire: "Per gridare il nostro dissenso contro l'azione terroristica di Hamas, contro l'operato del governo Netanyahu che sta compiendo un massacro di civili e anche per esprimere tutta la nostra vicinanza alla popolazione di Gaza".