Gasparri confonde date della guerra di Crimea e dell’Unità d’Italia, Calenda: “Busto di Cavour caduto”
"Senza fare una lezione di storia, non ho questa presunzione come altri, però qualche libro è bene leggerlo, ogni tanto. Il caso più recente è la guerra di Crimea, che nel 1861-63 vide impegnato il Regno di Piemonte, non c'era ancora l’Italia unita, e Cavour mandò i Bersaglieri, che già esistevano, a una guerra per inserire il Regno di Piemonte nel contesto internazionale, per avere l'appoggio per il processo di unificazione italiana che era in corso con le guerre del Risorgimento. Andarono i Bersaglieri in Crimea a combattere guerre tra Russia e la comunità internazionale. Purtroppo questo problema non è nuovo". A parlare è Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, durante le dichiarazioni di voto sul dl Ucraina a Palazzo Madama.
Il senatore però fa confusione con le date: la guerra di Crimea si colloca infatti tra il 1853 e il 1856, e l’Italia nel 1861 era già unificata. Due errori da matita blu, che non passano inosservati. Se ne accorge il leader di Azione Carlo Calenda, che lo provoca sui social: "Oggi Gasparri, in risposta al mio intervento, ha voluto mostrare la sua profonda conoscenza della storia moderna, citando la famosa guerra di Crimea del 1861. Il busto di Cavour è caduto dal piedistallo", ironizza su Twitter il leader del Terzo polo, aggiungendo una "nota a margine: Maurizio Gasparri è parlamentare da 20 anni ma non conosce la data dell'unità d'Italia. Poi ditemi che non abbiamo un problema di istruzione in questo Paese".
A stretto giro arriva la replica di Gasparri: "Sono lieto di avere costretto Carlo Calenda ad aprire un libro per scoprire cosa fosse stata la Guerra di Crimea a cui partecipò il Regno di Sardegna. Ma forse si è limitato a consultare Wikipedia. Lui i libri non sa manco cosa siano", ha scritto su Twitter il vicepresidente del Senato.
Ma Calenda non molla: "Ti rendi conto che hai detto che la Guerra di Crimea ha avuto luogo nel 61-63 quando c’era il Regno di Sardegna? Ti rendi conto che l’hai detto nell’aula del Senato. E ti rendi conto che lo hai detto mentre cercavi di impartirmi una lezione di storia? E insisti? Povera patria".