Garanzia Giovani è un mezzo flop: un iscritto su tre trova lavoro, boom dei tirocini
"Un milione di giovani si sono alzati dal divano e si sono candidati", disse pochi giorni fa il ministro del Lavoro Giuliano Poletti a proposito del programma "Garanzia Giovani" durante un intervento al festival RepIdee 2016. Il programma, lanciato nel maggio 2014 e finanziato attraverso l'erogazione di 1,5 miliardi di euro da fondi europei da utilizzarsi entro il 2018, aveva come obiettivo il promuovere azioni che potessero incrementare l'occupazione del segmento dei cosiddetti "neet", ovvero giovani dai 15 ai 24 anni che stando alle rilevazioni statistiche risultano non essere impiegati né in attività lavorative, né di studio, né in percorsi di formazione. In Italia, però, si è preferito allargare la platea potenziale permettendo anche ai ragazzi dai 25 ei 29 anni di accedere al programma europeo. Secondo l'ultimo rapporto Isfol diffuso stamane in conferenza stampa a Roma alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, del Commissario straordinario dell’Isfol Stefano Sacchi e della Rappresentante del Coordinamento delle Regioni Cristina Grieco, gli obiettivi sembrano essere stati parzialmente raggiunti.
In totale, dal lancio della piattaforma Garanza Giovani, si sono iscritti al programma oltre un milione di ragazzi tra i 15 e i 29 anni, su una platea complessiva di 1.723 milioni di "neet" in tutta Italia. Depurando il numero di iscrizioni totali dalle cancellazioni per mancanza di requisiti o a causa del ritiro della domanda da parte del candidato, il numero dei neet registrati al 31 marzo 2016 è pari a 982 mila unità, con un tasso di copertura pari al 57%. Il numero totale di giovani effettivamente presi in carico dal programma, invece, si attesta a 630 mila unità al 31 marzo 2016.
I dati Isfol mostrano come, dopo un'iniziale fase di stallo durante i primi mesi dal lancio di Garanzia Giovani nel 2014, si è passati da un indice di copertura al di sotto del 50% al 73,7% nel marzo 2016. Secondo il rapporto Isfol, l'incremento dell'interesse da parte dei giovani al programma europeo è scaturito soprattutto dalla capacità dei servizi di rispondere alle richieste degli iscritti in tempi adeguati: passano infatti in media circa due mesi dalla registrazione all'effettiva presa in carico della domanda. Le possibilità offerte dal programma sono principalmente 7: offerta di lavoro dipendente, tirocinio extra-curriculare, contratto di apprendistato, proposta di iscrizione al servizio civile, accompagnamento in un percorso di avvio d’impresa, interventi finalizzati a incentivare la mobilità transnazionale, inserimento o reinserimento in un percorso di formazione o istruzione per completare gli studi o specializzarsi professionalmente.
Circa un terzo dei giovani iscritti a Garanzia Giovani ha trovato lavoro entro un mese dalla conclusione del percorso, il 40% a circa 3 mesi e il 43% degli iscritti a sei mesi, in media. Il programma, come già sottolineato più volte dal ministro del Lavoro Poletti, aveva come obiettivo il favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro e, di conseguenza, incrementare l'occupazione nel segmento 15-29 anni, una sfida difficile per l'Italia, a causa principalmente delle caratteristiche del tessuto industriale del Paese che si fonda soprattutto sulle piccole e medie imprese, le quali spesso non hanno le risorse economiche per poter impiegare nuovi lavoratori nelle file delle proprie aziende oppure non riescono materialmente a vagliare candidature di giovani al di fuori della zona di lavoro perché manca una banca dati a livello nazionale che permetta l'incrocio di determinate competenze con le offerte presenti sul mercato.
Con Garanzia Giovani quest'ultimo problema pare sia stato parzialmente ovviato e molti iscritti hanno accettato offerte di lavoro al di fuori della propria regione d'appartenenza, anche se in molti casi i ragazzi hanno desistito a causa di offerte economiche, soprattutto nel caso dei tirocini formativi, troppo basse per poter permettere al candidato in questione di affrontare le spese che implica il trasferimento in altre località lontano dalla propria casa. Secondo il rapporto Isfol, in questi ultimi due anni Garanzia Giovani si è dimostrata un buono strumento per l'incontro della domanda e dell'offerta occupazionale dedicata ai giovani italiani, in particolare grazie ai bonus concessi alle aziende che hanno preso parte al programma assumendo con regolare contratto attingendo dalla graduatoria, che però solo nel 10,5% dei casi è stato preso realmente in considerazione dalle aziende, che in molti casi hanno preferito attivare stage extracurricolari o percorsi di formazione al lavoro.
Come funziona questo bonus occupazionale? Al fine di promuovere l’ingresso e la stabilizzazione nel mercato del lavoro dei giovani, Garanzia Giovani ha istituito un'agevolazione destinata alle imprese che assumono un giovane iscritto al programma. Questo bonus viene calcolato in base alla tipologia contrattuale che l'azienda riserva al ragazzo iscritto a Garanzia Giovani e al tipo di profilo occupazionale del futuro lavoratore e delle differenze territoriali. Il bonus viene quindi erogato nel caso in cui venga sottoscritto un contratto a tempo determinato di 6-12 mesi, un contratto a tempo determinato superiore a 12 mesi, un contratto a tempo indeterminato o un contratto di apprendistato professionalizzante e gli importi erogati ammontano a:
- 1.500 euro per giovani dalla profilazione alta o 2.000 euro per quelli dalla profilazione molto alta, assunti con contratti a tempo determinato di durata pari o superiore ai 6 mesi,
- 3.000 euro per giovani dalla profilazione alta o 4.000 euro per quelli dalla profilazione molto alta, assunti con contratti a tempo determinato di durata pari o superiore ai 12 mesi,
- da 1.500 euro a 6.000 euro, in funzione della classe di profilazione del giovane, per assunzioni a tempo indeterminato.
In pratica, il giovane iscritto a Garanzia Giovani viene profilato e gli viene attribuito un punteggio di "profiling" che serve ad evidenziare il grado di difficoltà del soggetto nell'essere inserito nel mondo del lavoro, a causa di determinate caratteristiche anagrafiche o territoriali (tasso di disoccupazione a livello locale molto alto, assenza di titoli di studio o attestati di frequenza a scuole professionalizzanti, ad esempio). Più il giovane risulta essere difficilmente collocabile nel mondo del lavoro, più l'azienda che deciderà di assumerlo avrà diritto a un bonus occupazionale più elevato.
In conclusione, però, nonostante la presenza del bonus occupazionale destinato alle aziende che decidono di assumere i giovani neet aderenti al programma, la misura più richiesta dalle aziende è l'attivazione di tirocini curricolari, che rappresenta il 64% circa delle opportunità offerta agli iscritti e che non offre né una stabilità contrattuale al giovane stagista, tantomeno economica. Seguono l'accompagnamento al lavoro per 11,2% e il bonus occupazionale al terzo posto, con il 10,5% di contratti attivati.