Gallo: “Divieto di accesso a procreazione assistita per donne single ingiusto, Consulta lo cancelli”
La Corte Costituzionale, dopo 9 anni, dovrebbe esprimersi a gennaio ancora una volta sulla legge 40, del 2004, ‘Norme in materia di procreazione medicalmente assistita (Pma)', in particolare sull’articolo 5 sul divieto di accesso alle tecniche da parte di persone single.
I giudici sono chiamati a pronunciarsi sulla legge 40, in vigore da vent'anni, a partire dal caso di Evita, una donna single 40enne di Torino, seguita dal team legale dell'Associazione Coscioni, che aveva richiesto di poter accedere alla Pma in un centro di fecondazione assistita in Toscana. Il Tribunale di Firenze ha deciso di sollevare la questione di legittimità costituzionale, rilevando l'esistenza di sufficienti motivi per dubitare della legittimità dell’articolo 5 della legge 40, che consente l’accesso alle tecniche di fecondazione medicalmente assistita esclusivamente alle coppie di sesso diverso e non anche alle persone singole.
A Evita è stato negato l'accesso alla fecondazione eterologa con donatore anonimo. La 40enne ha contestato, tramite i suoi legali, il diniego come una violazione dei suoi diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione e dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU). Secondo il Tribunale di Firenze questa esclusione viola i principi costituzionali come il diritto all'uguaglianza, alla salute e alla libertà di autodeterminazione, al diritto incoercibile della persona di costituire una famiglia, al rispetto alla vita privata e familiare, al diritto all'integrità fisica e psichica, e non rispetta la libertà di autodeterminazione in ordine alla propria sfera privata, con particolare riguardo al diritto di ciascuno alla costituzione del proprio modello di famiglia. Questo potrebbe essere dunque il momento di una svolta epocale in Italia. Ne abbiamo parlato con l'avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell'Associazione Coscioni, che sta seguendo da vicino il caso.
Se la Corte Costituzionale desse ragione a Evita, secondo Gallo non si creerebbe alcun vuoto normativo: "La legge è completa. In Italia chi partorisce è la mamma del nato, e la legge numero 40, grazie alla sentenza della Corte Costituzionale che ha reintrodotto le tecniche eterologhe, prevede che i nati siano figli legittimi dei genitori e che non ci sia nessun rapporto giuridico con il donatore dei gameti, che è anonimo".
"Questo però è solo uno dei divieti che ancora stiamo affrontando nei tribunali. Rimane anche il divieto di donazione alla ricerca degli embrioni non idonei per una gravidanza. Divieto su cui la Corte nel 2016 aveva richiamato il Parlamento a intervenire con una legge. Sono trascorsi otto anni e il Parlamento non è intervenuto e siamo nuovamente nei tribunali, perché le persone che hanno embrioni non sono idonei per una gravidanza, li vorrebbero donare alla ricerca. E poi c'è anche l'accesso delle persone dello stesso sesso a tecniche di fecondazione medicalmente assistita, attualmente vietato", ha ricordato Gallo.
Del tema si discuterà anche durante il weekend, in occasione del XXI Congresso dell'Associazione Luca Coscioni, che si terrà a Roma il 12 e il 13 ottobre 2024. Al centro dell'evento ci sono le numerose battaglie legali condotte dall'Associazione in difesa dei diritti civili e costituzionali, con un'attenzione particolare al tema del fine vita. Durante la due giorni si parlerà anche dei casi di Martina Oppelli e Laura Santi. La prima è affetta da sclerosi multipla, e si è vista respingere la sua richiesta di suicidio assistito, nonostante un'ordinanza del Tribunale di Trieste a suo favore. Laura Santi è invece una giornalista di 48 anni affetta da sclerosi multipla, che attende da oltre 400 giorni una risposta dall'AUSL della Regione Umbria per accedere al suicidio assistito.
Gpa reato universale: la proposta di Fdi in Aula il 15 ottobre
Nel programma del Congresso uno spazio è dedicato anche alla battaglia contro la proposta di legge di Fratelli d'Italia, che punta a criminalizzare la gestazione per altri (GPA). Proprio la prossima settimana, il 15 ottobre, sarà discusso in Senato il ddl Varchi, il provvedimento con cui l'estrema destra italiana di Meloni vuole appunto rendere la Gestazione per altri un reato universale. La norma è stata già approvata dalla Camera a luglio 2023. Secondo Gallo se venisse approvata questa legge avrebbe un impatto devastante sulle persone, che saranno costrette a impegnare anni della loro vita per difendersi da un'accusa illegittima, perché un reato è punibile in Italia solo se viene commesso all'estero in un Paese dove è reato. Ma chi ricorre alla Gpa all'estero agisce nella piena legalità.
La Gpa "È una tecnica a cui accedono sia le coppie dello stesso sesso sia le coppie eterosessuali che hanno un problema di salute. Sono tecniche normate nel resto del mondo. Abbiamo fatto uno studio come Associazione Coscioni e c'è una mappa disponibile sul sito dell'associazione, dove evidenziamo in quanti Paesi c'è una legge, e dove non c'è una legge c'è una giurisprudenza che consente l'accesso a queste tecniche".
"Noi partecipiamo alle audizioni in Parlamento e ogni volta evidenziamo che non può essere un reato universale e ci chiediamo come sarà applicata questa legge. Chiunque entra in Italia dovrà esibire un certificato di parto, se ha un neonato?", ha commentato a Fanpage.it l'avvocata Filomena Gallo.
"In Italia questo divieto di gravidanza per altri è in vigore da venti anni. Abbiamo presentato una proposta di legge, che è depositata alla Camera al Senato, per la regolamentazione, dove abbiamo previsto che sia integrato l'articolo 600 del Codice penale con una nuova fattispecie di reato: chiunque induce una donna in uno stato di schiavitù e servitù a portare avanti una gravidanza per altri contro la propria volontà, commette un reato, che prevede il carcere fino a venti anni. Questo può essere un reato universale. Ma se parliamo di violazione dei diritti umani fondamentali, siamo tutti dalla stessa parte. Le coppie rispettose del divieto italiano vanno in altri Paesi, dove al centro c'è il consenso libero e consapevole della persona".