Gabriele Gatti arrestato per voto di scambio e corruzione
L'11 giugno 1990 riceveva dalla Repubblica italiana la Gran Croce dell'Ordine al Merito; venticinque anni dopo è stato arrestato. Gabriele Gatti, da circa trent'anni esponente di rilievo del Partito della Democrazia Cristiana Sammarinese e più volte Ministro degli Esteri, è nel carcere dei Cappuccini con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, voto di scambio e riciclaggio di tangenti. La detenzione preventiva è stata ritenuta una misura necessaria alla luce del tentativo di inquinamento di prove e alla reiterazione del reato di riciclaggio contestati a Gatti. Le indagini, coordinate dal commissario della legge Alberto Buriani, collocano il periodo della condotta illecita tra il 1999 e il 2015.
La "tangentopoli" di San Marino ha già portato in carcere altri esponenti di spicco, quali gli ex segretari di Stato Claudio Podeschi e Fiorenzo Stolfi. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, Gatti era in affari proprio con Podeschi e l'ultima accusa mossagli è quella di falsificazione di prove con l'intento di gettare discredito sulla magistratura impegnata nella Tangentopoli del Titano. A sostegno di tale accusa è stata messa agli atti la registrazione di una telefonata del 2015 in cui il politico democristiano esplicitava tali intenti. Il documento, giunto in forma anonima, è stato ritenuto attendibile.
Il nome di Gabriele Gatti era già ricorso più volte nei rapporti delle Commissioni antimafia e d'inchiesta. Prima nel 2012 nella "Relazione conclusiva della Commissione Consiliare per il Fenomeno delle Infiltrazioni della Criminalità Organizzata con funzioni d'inchiesta" della Commissione antimafia della Repubblica di San Marino, e poi a febbraio del 2015 nella "Relazione conclusiva della Commissione Consiliare d’Inchiesta su presunte responsabilità politiche o amministrative legate alla vicenda Cassa di Risparmio".