G8 Genova, fu tortura. L’Italia patteggia e risarcisce le vittime di Bolzaneto con 45mila euro

L'Italia ha riconosciuto le proprie responsabilità per quanto subito da sei cittadini nella caserma di Bolzaneto il 21 e 22 luglio 2001, durante il celeberrimo G8 di Genova. Il governo ha scelto di patteggiare e verserà 45mila euro a ciascuno dei ricorrenti a titolo di risarcimento per danni morali e materiali e per le spese processuali. Lo rende noto la Corte europea dei diritti umani, che questo pomeriggio ha reso pubbliche due decisioni in cui "prende atto della risoluzione amichevole tra le parti", chiudendo i casi pendenti.
Nell'ottobre del 2016, a quindici anni dalle violenze di Genova, il tribunale del capoluogo ligure riconobbe che i manifestanti subirono vere e proprie torture all'interno della scuola Diaz e della caserma di Bolzaneto, "nonché la lesione di diritti della persona a protezione costituzionale che non sono oggetto di tutela della norma penale sanzionatrice in questione". Con una sentenza redatta dal giudice Paola Luisa Bozzo Costa il tribunale di Genova riconobbe alla manifestante tedesca Tanja W., che allora aveva ventidue anni, un risarcimento di 175 mila euro da parte dello Stato italiano – il più alto finora stabilito in sede civile per le violenze commesse dagli agenti.
"Le condotte incriminate hanno generato atti di perquisizione e di arresto illeciti, con violazione di diritti della persona a protezione costituzionale quali il domicilio, la libertà, l’onore, l’immagine e la reputazione e nessun illecito è più mortificante e penoso di quello che si sostanzia nella diretta aggressione contro l'incolumità personale", scrisse il giudice nella sentenza.
Nonostante nel corso degli anni siano state provate le torture subite dai manifestanti presenti al G8 di Genova, e nonostante l'Italia abbia ratificato nell'ormai lontano 1989 la convenzione Onu contro la tortura, a sedici anni di distanza in Italia non esiste ancora il reato di tortura, fermo al palo a causa dell'ostruzionismo parlamentare. "In assenza di una norma ad hoc, le torture non sono perseguibili come tali", spiega il presidente dell'Associazione Antigone Patrizio Gonnella.