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G20, Renzi: “Pronti a usare il pugno duro con chi non rispetta le nostre leggi”

Al termine del G20, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha sottolineato l’importanza nella lotta al terrorismo di “avere come europei una strategia unitaria e seria”. Riguardo al nostro paese, il premier ha ricordato che l’Italia è pronta ad accogliere, ma anche ad usare il “pugno duro” con chi non rispetta le regole.
A cura di Claudia Torrisi
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Foto Roberto Monaldo / LaPresse16-11-2015 Antalya (Turchia)PoliticaSummit G20 - Incontro bilaterale tra Matteo Renzi e Vladimir PutinNella foto Matteo Renzi, Vladimir PutinPhoto Roberto Monaldo / LaPresse16-11-2015 Antalya (Turkey)G20 Summit - Bilateral meeting between Matteo Renzi and the President of the Russian Federation Vladimir PutinIn the photo Matteo Renzi, Vladimir Putin

Sul tema della lotta al terrorismo "bisogna parlare chiaro: è un problema che non si risolve con uno schiocco delle dita, è il più grande tema del nostro tempo, occorre un approccio comprensivo". Al termine del G20 di Antalya in Turchia, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha richiamato a un approccio unitario. "Mi pare importante – ha sottolineato dopo il colloquio bilaterale avuto con il presidente Putin durante il vertice – che il principio italiano, che era quello di riportare anche la Russia al tavolo, sta dando risultati. Non significa delegare alla Russia, ma in collaborazione con gli Usa e le potenze dell'area riuscire ad avere come europei una strategia seria".

La sfida al terrorismo, ha aggiunto Renzi, "è grande e drammatica. I terroristi stanno colpendo i luoghi simbolo della nostra identità: un museo a Tunisi, un'università in Kenya, una scuola in Pakistan e a Parigi un teatro, dei ristoranti e uno stadio. Puntano a farci paura, disintegrando le nostre basi d'identità. Chi propone soluzioni semplicistiche al più grande tema del nostro tempo offre solo illusioni agli italiani e agli europei".

Riguardo l'Italia, il presidente del Consiglio ha ricordato che il nostro paese è pronto ad accogliere, ma "gli italiani sappiano che siamo capaci di usare il pugno duro contro chi non rispetta le leggi del nostro paese: l'Italia ha espulso in un anno 55 persone sospettate di essere estremisti". Strategia vincente è puntare sull'integrazione: "Credo che sia fondamentale il lavoro che può fare l'islam moderato, gli operatori scolastici. Bisogna investire nelle periferie. È fondamentale che la musica aiuti a essere elemento di unione".

Renzi ha poi spiegato che durante il Quint – l'incontro tra Stati Uniti, Francia (rappresentata dal ministro degli Esteri Laurent Fabius), Germania, Gran Bretagna e Italia – si è parlato di Libia. "È importante – ha detto il premier – che nell'incontro con Obama sia stata evidenziata la situazione della Libia perchè è il simbolo di come le cose non devono andare". Nel paese del nord Africa, "si sono fatti raid e non si è costruita una strategia. E da quattro anni la Libia è terra di nessuno. Serve una strategia, ci siamo e siamo pronti: mi fa piacere che ci sia grande condivisione nella comunità internazionale".

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