Futura 2025, oggi le piazze della Cgil per i referendum su lavoro e cittadinanza
Prosegue la campagna referendaria lanciata dalla Cgil per i referendum sul lavoro e sulla cittadinanza, che si terranno l'8 e 9 giugno, contemporaneamente ai ballottaggi delle elezioni amministrative, previste per il 25 e 26 maggio. Per l'occasione il sindacato ha organizzato un evento, intitolato Futura 2025, presso la Camera del Lavoro di Milano in cui discutere e confrontarsi in vista delle giornate referendarie.
Ieri, venerdì 11 aprile, si è tenuta la prima giornata dell'iniziativa che prosegue anche oggi, con tavoli tematici e un ampio parterre di ospiti. In particolare, per la seconda giornata sono avvenuti collegamenti in oltre 120 piazze italiane, da Torino a Roma fino a Napoli e Bari. Ma l'evento ha coinvolto anche le piazze europee, con collegamenti a Parigi, Bruxelles e Barcellona.
Tra gli ospiti sociologi come Francesca Coin, Arianna Tassinari, Lisa Dorigatti, Chiara Saraceno, Marcello Pedaci, Franco Bonomi; economisti, tra cui Irene Solmone, Francesco Armillei; il giurista Gustavo Zagrebelsky; registi e artisti come Andrea Segre, Lino Guanciale, Carmela Vincenti e Rosalia Porcaro. Ma anche il musicista Vittorio Cosma, gli scrittori Paolo Di Paolo, Sabrina Efionayi, e i giornalisti Luca Telese e Riccardo Staglianò.

Una parte del dibattito è stata dedicata al tema della sicurezza sul lavoro, con il confronto tra i segretari Maurizio Landini (Cgil) e Pierpaolo Bombardieri (Uil). Intervenute anche le segretarie generali di Cgil Fp Serena Sorrentino (segretaria generale CGIL FP) e di Cgil Flc Gianna Fracassi, sulle imminenti elezioni RSU nel settore pubblico. L'evento ha coinvolto da Costanza Calabrese (Tg5), Stefano Milani (Collettiva), Pietro Bellini (Will Media), insieme al moderatore digitale Lorenzo Luporini, mentre in chiusura si è tenuta l'intervista a Landini, condotta da Veronica Gentili (Le Iene).
Landini: "Votate sì, il giorno dopo più diritti per milioni di persone"
"Sono cinque i referendum e noi chiediamo di votare cinque sì", ha detto Landini nel corso dell'intervista. "Il voto per un'elezione ha come caratteristica quella di delegare qualcun altro a rappresentarlo. Chi vota per i referendum non delega, decide direttamente", ha aggiunto. In questi anni secondo il segretario Cgil "si è costruita l'idea che il voto non serve, visto che circa la metà dei cittadini non va a votare alle elezioni. Ma non è così: se vince il sì, il giorno dopo milioni di persone avranno dei diritti che oggi non hanno".
Lunedì i comitati che promuovono i referendum incontreranno "il Partito democratico, il Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi-Sinistra. Ci siamo già incontrati con Italia viva nei giorni scorsi. Non abbiamo ancora avuto risposte dalle altre forze politiche, comprese quelle del governo", ha spiegato Landini. A chiedere questi incontri era stato proprio il sindacalista, per rilanciare la necessità di informare i cittadini. "Il nostro obiettivo è molto preciso: chiedere alle forze politiche che si impegnino a far votare le persone, poi decidano loro quello che ritengono più opportuno nel merito. Pensiamo che sia assolutamente importante dare l'indicazione di far partecipare le persone e di riconquistare il diritto di voto". Sarà importante informare anche i fuori sede, studenti e lavoratori, che per la prima volta potranno votare senza spostarsi.
Il segretario della Cgil poi ha allargando il discorso, criticando il governo Meloni, che da mesi non convoca i sindacati per confrontarsi sulle misure in materia di lavoro: "Il fatto che tu pensi di poter decidere semplicemente perché hai vinto le elezioni senza più discutere con nessuno, questa non è un'idea di governo: questo è un'idea di comando che non c'entra con la democrazia". I cittadini "hanno diritto anche a organizzarsi nei sindacati: la democrazia è ricercare la mediazione".
Cosa dicono i quesiti referendari sul lavoro e cittadinanza
I quattro referendum sul lavoro, promossi dalla Cgil, puntano a superare la riforma del Jobs Act e riguardano: il diritto al reintegro in caso di licenziamento illegittimo, le norme sui licenziamenti individuali, la riduzione del lavoro precario e la sicurezza sul lavoro. Ecco i quattro quesiti:
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"Volete voi l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” nella sua interezza?"
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"Volete voi l’abrogazione dell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante “Norme sui licenziamenti individuali”, come sostituito dall’art. 2, comma 3, della legge 11 maggio 1990, n. 108, limitatamente alle parole: “compreso tra un”, alle parole “ed un massimo di 6” e alle parole “La misura massima della predetta indennità può essere maggiorata fino a 10 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa più di quindici prestatori di lavoro.”?"
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Volete voi l’abrogazione dell’articolo 19 del d.lgs. 15 giugno 2015, n. 81 recante “Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’articolo 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183”, comma 1, limitatamente alle parole “non superiore a dodici mesi. Il contratto può avere una durata superiore, ma comunque”, alle parole “in presenza di almeno una delle seguenti condizioni”, alle parole “in assenza delle previsioni di cui alla lettera a), nei contratti collettivi applicati in azienda, e comunque entro il 31 dicembre 2025, per esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti;” e alle parole “b bis)”; comma 1 -bis , limitatamente alle parole “di durata superiore a dodici mesi” e alle parole “dalla data di superamento del termine di dodici mesi”; comma 4, limitatamente alle parole “,in caso di rinnovo,” e alle parole “solo quando il termine complessivo eccede i dodici mesi”; articolo 21, comma 01, limitatamente alle parole “liberamente nei primi dodici mesi e, successivamente,”?
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Volete voi l’abrogazione dell’art. 26, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” come modificato dall’art. 16 del decreto legislativo 3 agosto 2009 n. 106, dall’art. 32 del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modifiche dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, nonché dall’art. 13 del decreto legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito con modifiche dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, limitatamente alle parole “Le disposizioni del presente comma non si applicano ai danni conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici.”?»
Quanto al referendum sulla cittadinanza, il quesito interviene per ridurre il tempo di residenza legale continuativa richiesto per diventare cittadini italiani, abbassandolo da 10 a 5 anni.Tutti gli altri requisiti (conoscenza della lingua, situazione fiscale, essere incensurati eccetera) rimangono invariati. Questa modifica consentirebbe a oltre 2milioni di ‘italiani di fatto' di ottenere finalmente la cittadinanza. Oggi infatti, chi nasce in Italia da genitori stranieri può fare domanda solo una volta raggiunta la maggiore età (entro un anno dal compimento dei 18 anno) se dimostra di aver risieduto ininterrottamente nel Paese. Ecco il quesito:
"Volete voi abrogare l'articolo 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: “f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.”, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza”?"