Fuga dal Pdl: ecco perché Berlusconi può cadere (stavolta davvero)
Il Governo metterà la fiducia sulla legge di stabilità, e quindi sul maxiemendamento approvato ieri sera dal Consiglio dei Ministri straordinario. Ad annunciarlo è stato lo stesso Berlusconi oggi al vertice del G20 a Cannes. Un passo quasi obbligatorio dopo i crescenti malumori all’interno della maggioranza e dello stesso Governo.
I numeri alla Camera, però, per poter approvare un simile provvedimento, molto costoso in termini di impatto sociale, potrebbero non essere sufficienti. Oggi il Pdl ha perso altri due Parlamentari, Alessio Bonciani e Ida D'Ippolito Vitale, che con una lettera al capogruppo del Popolo della libertà hanno annunciato il loro passaggio nelle fila dell’Udc. Cattive notizie per la maggioranza e il Governo, che nei giorni scorsi avevano perso anche Roberto Antonione fuoriuscito dal gruppo parlamentare.
Berlusconi dovrà fare bene i conti visto i malumori tra i suoi Ministri e anche tra i parlamentari di Popolo e Territorio. Non tutti tra i cosiddetti “responsabili” sono d’accordo sulla linea di condotta del Governo e non è detto che firmino una cambiale in bianco all’Esecutivo quando sarà il momento di votare la fiducia. Dopo la lettera degli scontenti, il segretario Angelino Alfano ha un bel da fare per rasserenare gli animi, ma sembra ben conscio del pericolo, infatti, come hanno rivelato alcune fonti, ieri sera avrebbe messo in guardia il Premier nel vertice del Pdl prima del CdM. Ad attirare gli scontenti del centrodestra è il Terzo Polo, soprattutto l’Udc con la promessa di un nuovo soggetto politico di centrodestra che superi definitivamente la stagione berlusconiana. Molti fedelissimi gridano al tradimento di finiana memoria, come il vecchio camerata Francesco Storace, che passerebbe tutti per le armi “con una fucilata alla schiena”.
Il ddl Stabilità approderà in Aula la prossima settimana ed entro quella successiva si dovrebbe arrivare al voto. In caso di insuccesso le conseguenze economiche e politiche sarebbero enormi, anche se tuttora c’è incertezza sul dopo. Molti vorrebbero un governo tecnico, in testa il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, soprattutto per portare avanti le riforme necessarie al risanamento economico, così come promesso all’Europa.
A Napolitano ovviamente sta più a cuore il destino del Paese che non le beghe politiche tra partiti, ma molti in caso di caduta del Governo vogliono andare alle elezioni. Sia nel Pdl ma anche nella sinistra vi è un sostanziale rifiuto verso un governo di transizione, così come a favore del voto è anche la Lega. Il Presidente della Repubblica dopo le consultazioni di ieri con tutti i leader di maggiorana e opposizione ora rimane a guardare “i prossimi sviluppi dell'attività parlamentare” che gli consentiranno di “valutare concretamente l’effettiva evoluzione del quadro politico-istituzionale”.