Frontex dice che non potrà aiutare l’Italia con i rimpatri dall’Albania perché non è territorio Ue
Frontex non potrà aiutare l'Italia con i rimpatri dei migranti che finiranno nei centri in Albania. Lo mette in chiaro il direttore esecutivo di Frontex, Hans Leijtens, in audizione al Comitato parlamentare di controllo e vigilanza in materia di immigrazione. "Non sta a me giudicare come il governo italiano gestisce la politica di immigrazione: sicuramente noi possiamo fornire supporto ma il nostro regolamento non ci permette di fare rimpatri da un paese terzo. Quindi non ci è consentito aiutare l'Albania a rimpatriare migranti. Se l'Italia ha bisogno di aiuto possiamo farlo sul suolo italiano con la giurisdizione italiana", ha detto.
Per poi sottolineare come l'Italia stia sicuramente affrontando una pressione molto forte per quanto riguarda i flussi migratori: "L'Italia sta affrontando una sfida enorme per quanto riguarda numeri e composizione dei flussi migratori, è una pressione molto forte. La nostro cooperazione con le autorità italiane comunque. è eccellente sia a livello politico che a livello operativo con le forze in campo come Guardia di Finanza e Guardia Costiera. Siamo impressionati dagli standard elevatissimi che avete, ci sono aspetti critici che si possono sempre migliorare, ma siamo molto ammirati da quello che si fa in Italia ogni giorno". Leijtens ha quindi spiegato che Frontex conta oltre 2mila dipendenti, impiagati in diverse operazioni, di cui 400 si trovano in Italia sul fronte marittimo: "Dopo Lampedusa abbiamo sviluppato una capacità di reazione a breve termine. Per me Frontex è la dimostrazione che esiste un futuro per la cooperazione europea. Fare le cose insieme aggiunge valore".
Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge per la ratifica del protocollo firmato da Giorgia Meloni ed Edi Rama. "Il testo autorizza alla ratifica del Protocollo, ne ordina l’esecuzione e introduce disposizioni di coordinamento, di organizzazione, in materia di personale e di spese, di giurisdizione e per l’individuazione della legge applicabile, anche penale sostanziale e processuale penale", precisano dal governo nel comunicato pubblicato dopo il Cdm.