Fringe benefit detassati a mille euro per tutti, a 2mila per i lavoratori con figli: come funzionano
La manovra finanziaria per il prossimo anno interviene anche sul welfare aziendale. Il governo ha confermato la detassazione sui fringe benefit, ma con alcune modifiche: il tetto massimo sale a mille euro per tutti i lavoratori dipendenti, mentre scende a 2mila per chi ha figli a carico. Ad accompagnare questa misura nella legge di bilancio ci saranno altri provvedimenti come il rinnovo del taglio del cuneo fiscale e l'avvio della nuova riforma fiscale con l'Irpef su tre scaglioni, ma anche incentivi alla natalità e modifica dell'accesso anticipato al pensionamento.
I fringe benefit sono dei bonus che le aziende private possono erogare ai propri dipendenti: non sono sotto forma di denaro, ma sono beni e servizi come i buoni spesa, l'auto aziendale, la copertura delle spese di viaggio e molto altro. Queste prestazioni non sono tassate né per le aziende (lo deducono dal proprio reddito imponibile), né per i dipendenti. Il governo Meloni era già intervenuto sui fringe benefit con il decreto Lavoro del 1º maggio di quest'anno, alzando il tetto della detassazione a 3mila euro fino al 31 dicembre 2023 per i lavoratori dipendenti che hanno dei figli a carico e riconoscendo come bonus anche il pagamento delle bollette e delle utenze domestiche.
Secondo quanto annunciato in conferenza stampa, la legge di bilancio prevede che nel 2024 il tetto per la detassazione dei fringe benefit sale a mille euro per tutti i lavoratori dipendenti, mentre passa da 3mila a 2mila per chi ha figli a carico. Siccome è un bonus individuale, è cumulabile all'interno dei nuclei famigliari, quindi potranno riceverlo entrambi i genitori. Per ottenerlo, i dipendenti dovranno rendere noto al datore di lavoro di avere figli a carico e, quindi, di rispettare i requisiti. Inoltre, l'esecutivo ha fatto sapere che i fringe benefit potranno essere impiegati anche per il pagamento dell'affitto e del mutuo per la prima casa.
Assieme a questa misura è stata confermata anche la detassazione dei premi di produttività al 5% e uno sgravio per le madri lavoratrici: "La decontribuzione – si legge nel comunicato stampa del governo – assume un volto nuovo con riferimento alle donne lavoratrici, prevedendo che la quota dello sgravio sia pari all’intera quota dei contributi a carico delle lavoratrici stesse, per un anno se hanno due figli fino all’età di 10 anni del più piccolo e permanente per quelle che hanno 3 figli fino ai 18 anni del più piccolo".