Fratoianni a Fanpage: “Il ‘me ne frego’ di Santanchè nasconde qualcosa, che c’entra La Russa?”
"Ma chissenefrega, pazienza!". Daniela Santanchè non vuol sentir parlare di dimissioni e risponde così ai giornalisti che le chiedono del "fuoco amico" di alcuni esponenti di Fratelli d'Italia, che invocherebbero un suo passo indietro dopo il rinvio a giudizio nel procedimento per falso in bilancio sul caso Visibilia. Una risposta nel suo stile, che però palesa la tensione all'interno della maggioranza e nello stesso partito della premier. Anche quel "La Russa non mi abbandonerà" evoca una spaccatura interna, con la seconda carica dello Stato a giocare la parte del capo corrente che si metterebbe a protezione della poltrona della ministra. Sul caso che agita il governo, la premier Giorgia Meloni sembra meno risoluta rispetto a quanto mostrato in altre occasioni, altra evidenza che solleva molti interrogativi.
Fratoianni: "Cos'ha in mano la ministra Santanchè?"
"Ci sono alcune domande – spiega a Fanpage il leader di Sinistra Italiana e deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Nicola Fratoianni – che sorgono spontanee: tutta la destra chiede le dimissioni di Daniela Santanchè e lei dice di fregarsene tirando continuamente in ballo la seconda carica dello Stato. Cosa c'è sotto? Ha qualcosa in mano? Cosa c'entra La Russa? C'è qualcosa che le consente di fregarsene? Un'altra domanda è: cosa dobbiamo aspettare ancora perché sia rispettata l'onorabilità delle istituzioni? C'è un rinvio a giudizio, un'altra inchiesta per truffa ai danni dello Stato, risultati politici deludenti. Forse è il momento che la presidente del Consiglio si assuma le sue responsabilità rimuovendola dall'incarico".
Al netto delle inchieste, che comunque sollevano una questione sulla coerenza della stessa Daniela Santanchè (che ha chiesto dimissioni a destra e manca per molto meno) e della premier Giorgia Meloni (che dai banchi dell'opposizione non ha mai mostrato particolare garantismo quando le inchieste giudiziarie colpivano esponenti dello schieramento opposto) la ministra è motivo di imbarazzo per il governo sin dalla sua nomina, viziata da un palese conflitto di interessi per le sue attività imprenditoriali, ma anche per una certa "posa" assai poco funzionale alla narrazione di una destra che difende il popolo contro una sinistra al soldo delle élite: di lei è più facile che si parli per una certa ostentazione di una ricchezza dai tratti "barocchi", dai centrotavola natalizi ai vestiti griffati, che per le sue iniziative in ambito istituzionale.
"Fino a oggi – continua Fratoianni – la presidente del Consiglio ha protetto la ministra. Questo è sempre stata la destra: da un lato parla a nome del popolo e dall'altro difende le élite e le lobby. Quella di Daniela Santanchè è sicuramente un'immagine che contraddice una certa propaganda e una certa narrazione della destra sociale, una narrazione che abbiamo visto rapidamente sparire di fronte ai grandi interessi. L'immagine di Giorgia Meloni sotto la tenda col principe saudita Bin Salman è emblematica".
Dal flop di "Open to meraviglia" alle concessioni dei balneari
Che la nomina di Daniela Santanchè sia stata, sin da subito, un'operazione da Cencelli per accontentare le mini-correnti di un partito passato in pochi anni dal 4 per cento alle soglie del 30, è stato chiaro sin da subito. Il ministero a lei assegnato gestisce un settore che – salvo errori madornali, che sarebbero comunque bloccati dal consiglio dei Ministri – raccoglie per inerzia i risultati del lavoro degli operatori. Eppure è diventato un caso il flop della surreale campagna "Open to meraviglia", sparita dai riflettori dopo una valanga di critiche. Ci sono poi le questioni irrisolte, come quella delle concessioni dei balneari, una lobby che offre un bacino di voti a cui il centrodestra non vuole assolutamente rinunciare. La ministra Santanchè in questi due anni non è riuscita a venire a capo della questione, scontentando molti operatori. E non a caso, secondo molti, la premier Giorgia Meloni vorrebbe sostituirla con Gianluca Caramanna, esponente di Fdi ed ex manager alberghiero. L'altro nome che circola è quello del capogruppo al Senato, Lucio Malan, che non riproporrebbe il problema di un possibile conflitto di interessi, sarebbe in linea con il processo di "promozione" delle cariche interne sulla falsariga di quella di Tommaso Foti, subentrato a Raffaele Fitto al ministero degli Affari Europei, ma soprattutto è un ex Forza Italia, quindi salderebbe gli equilibri interni alla coalizione.
"C'è un conflitto di interessi enorme – spiega ancora il leader di Sinistra Italiana – un conflitto di interessi grande come uno stabilimento balneare di quelli enormi, ricchi e opulenti. È il conflitto di interessi di chi confonde sistematicamente l'interesse generale con l'interesse particolare, la cosa pubblica con il guadagno di pochi. Anche questo è un tratto distintivo della destra e i suoi esponenti, da Santanchè ai possibili successori, lo incarnano perfettamente. È un tema che si ripropone dai tempi dei governi Berlusconi, torna ogni volta che la destra ha a che fare con la dimensione del potere".
La partita lose-lose sullo spostamento del processo per truffa aggravata ai danni dell'Inps
Sul destino della ministra del Turismo pesa infine una data, quella del 29 gennaio, quando la Cassazione deciderà se accogliere la a contestazione dei suoi legali che hanno chiesto il trasferimento del processo sulla truffa aggravata ai danni dell'Inps per l'utilizzo improprio dei fondi destinati alla cassa integrazione Covid. Per l'esponente del governo Meloni è una partita lose-lose: dovesse essere accolta la richiesta, i tempi del procedimento si allungherebbero e la spada di Damocle resterebbe lì dov'è; dovesse essere respinta, il secondo rinvio a giudizio nel giro di poche settimane potrebbe arrivare quasi in automatico. "Il secondo procedimento a suo carico – conclude Nicola Fratoianni – se possibile è più grave del primo. È un'esponente di un governo accusata di aver truffato lo Stato che dovrebbe rappresentare. È un'enormità che consiglierebbe a chiunque un passo indietro a tutela delle istituzioni e persino di sé stessa".
Furfaro: "Da Santanchè atteggiamento inqualificabile"
A chiedere le dimissioni della ministra Santanchè c'è anche il Partito Democratico. "Quello di Daniela Santanchè – commenta a Fanpage il deputato e responsabile Welfare del Nazareno, Marco Furfaro – è un atteggiamento inqualificabile. Non ha nessun senso delle istituzioni, nessun rispetto per le cittadine e i cittadini. Il balletto della ministra del Turismo sulle dimissioni, che ormai è scaduto nel grottesco, è tutto questo. Giorgia Meloni avrebbe dovuto accompagnare la ministra alla porta giorni fa, ma evidentemente è più importante il potere che la coerenza e l'onore delle nostre istituzioni".