Fratelli d’Italia vuole togliere i fondi pubblici all’Anpi perché è troppo “politica”

L'Anpi, Associazione nazionale partigiani d'Italia, è troppo politica. Perciò, il ministero della Difesa dovrebbe valutare di sospendere i fondi pubblici che ogni anno le eroga (insieme alle altre associazioni combattentistiche e d'arma) fino a quando l'associazione non si impegnerà nel proprio statuto a essere "apolitica e apartitica", e a non finanziare nessuna iniziativa "volta a negare o sminuire fatti storici istituzionalmente riconosciuti". Questa è la richiesta di Fratelli d'Italia, contenuta in un'interrogazione presentata dal deputato Erik Umberto Pretto.
Nel testo dell'interrogazione, FdI sottolinea che il ministero eroga fondi ogni anno alle associazioni che "promuovono iniziative di stampo sociale e culturale", e che l'Anpi ha ricevuto "cospicui contributi". Si tratta di "ben 900mila euro", pagati però in dieci anni, dal 2013 al 2022. In media, quindi, 90mila euro all'anno. Non esattamente somme enormi nel bilancio di un ministero che, come si può osservare dai decreti ministeriali in materia, stanzia circa 1,6 milioni di euro all'anno per questi sostegni. I soldi in questione vengono usate dalle associazioni per finanziare le proprie attività – ad esempio l'Anpi oggi, a un mese dall'ottantesimo anniversario della Liberazione, ha lanciato la campagna "Conoscere, capire scegliere" per raccontare sui social la storia della Resistenza.
In ogni caso, il deputato Pretto nell'interrogazione fa riferimento a diversi episodi (tutti avvenuti in provincia di Vicenza, la sua) in cui l'Anpi avrebbe "sostenuto e patrocinato attività di stampo ideologico-politico" arrivando anche a "sminuire la gravità di eventi istituzionalmente riconosciuti, come la tragedia delle foibe". L'obiettivo fondamentalmente è che, per questo, i fondi all'associazione vengano sospesi.
Gli episodi sono vari. Si va dalle critiche a una targa nel Comune di Montecchio Maggiore dedicata agli italiani "perseguitati ed uccisi dai partigiani comunisti del maresciallo Tito", alla "promozione di tesi, ad avviso dell'interrogante, negazioniste" sempre in materia di foibe, ad esempio ospitando la presentazione di un libro dello storico Eric Gobetti sul tema. E ancora, una manifestazione locale "organizzata dall'Anpi" in cui ci sarebbero stati "cori antitetici rispetto ad ogni ragionevole dettame democratico, come ‘La lotta partigiana ce l'ha insegnato, uccidere un fascista non è un reato'" e striscioni con "Con il fascismo nessuna pace, nessuna amnistia, nessun patto".
Terminata la lista, il deputato di Fratelli d'Italia chiede al ministro della Difesa Guido Crosetto, "nell'esercizio dei poteri discrezionali riconosciutigli dalla legge", di "modulare l'erogazione di contributi diretti". La richiesta non è direttamente di toglierli all'Anpi, ma di prevedere che i soldi possano andare solo alle associazioni che assumono "l'impegno di mantenersi apolitiche ed apartitiche, anche specificandolo inequivocabilmente nel proprio statuto".
In più, Pretto chiede che ci sia una "verifica" per assicurare che "nessuna iniziativa finanziata con queste risorse sia volta a negare o sminuire fatti storici istituzionalmente riconosciuti". Anche in questo caso, i fondi dovrebbero saltare. Una richiesta, quindi, chiaramente rivolta a fare in modo che l'associazione dei partigiani non ottenga più aiuti pubblici.