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Fratelli d’Italia vuole multare chi esibisce una bandiera tricolore sporca o rovinata

Un ddl prevede sanzioni fino a 5mila euro per gli enti pubblici che mostrano una bandiera “a brandelli o erroneamente posizionata”: la multa non riguarda i singoli cittadini, ma una nuova figura istituzionale ad hoc che dovrà occuparsi dell’esposizione del tricolore. Il ddl è stato ispirato da un gruppo Facebook che segnala “casi di evidente spregio per la bandiera italiana”.
A cura di Pietro Forti
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Fratelli d’Italia ha depositato alla Camera un disegno di legge per difendere il decoro del tricolore. La proposta 1156, a prima firma del deputato Marco Padovani, è stata presentata il 15 maggio del 2023, e poi assegnata alla commissione Affari costituzionali pochi giorni fa, il 17 maggio. Andrebbe ad aggiungere un articolo alla legge 22 del 1998, che regola l’esposizione della bandiera tricolore e di quella europea.

Il cuore della proposta di legge è l’introduzione di multe per quegli enti pubblici che esibiranno in maniera impropria la bandiera tricolore, che "rappresenta lo spirito e la tensione di un popolo che si è battuto con tenacia e sacrificio per gli ideali di libertà e unità". Le bandiere "devono essere presentate in uno stato decoroso" dagli enti pubblici, si legge: in caso contrario, si applicherà una sanzione amministrativa che andrà dai 400 ai 3mila euro. Se il vessillo verrà esposto in maniera impropria durante una pubblica ricorrenza o una cerimonia ufficiale, la multa salirà a 5mila euro.

La proposta di legge prevede, oltre alle sanzioni, l’istituzione di una nuova figura, presente in ogni ente locale e nazionale che secondo quanto disposto dalla legge 22/1998 deve esporre la bandiere: si tratta di "un soggetto responsabile di assicurare l’osservanza" delle disposizioni in materia di decoro della bandiera. Il progetto di legge fa, inoltre, esplicito riferimento a chi ha ispirato la legge pensata da Fratelli d'Italia, ovvero un gruppo Facebook di segnalazioni di tricolori male esposti: "Il Gruppo ‘Onori alla bandiera' porta avanti da anni con la segnalazione di casi di evidente spregio per la bandiera italiana".

Cosa dice la legge contro la “sciatteria” tricolore

L’articolo 2 bis è introdotto da un lungo excursus storico sulla nascita della bandiera tricolore e dalle motivazioni per cui questa legge è stata proposta: "Girando per le nostre città, troppo spesso vediamo davanti ad enti pubblici e privati, istituti scolastici e private abitazioni bandiere a brandelli o erroneamente posizionate – si legge nel testo – Esporre in modo sciatto il vessillo tricolore non è una questione puramente estetica, ma è segno di resa al degrado e un pessimo esempio per i cittadini e, in particolar modo, per le giovani generazioni, perché significa rinnegare in qualche misura l’orgoglio nazionale che tutti dovremmo sentire, proprio in ragione del patrimonio identitario collegato a questo simbolo".

All’esortazione verso il rispetto della bandiera italiana (a cui segue un brevissimo passaggio sulla bandiera europea) e verso l’orgoglio nazionale, segue la constatazione della mancanza di sanzioni per gli enti pubblici che esibiscono in maniera "sciatta" il tricolore: "Tuttavia nessuna (norma) prevede sanzioni in caso di loro inosservanza – continua il testo – Pertanto, mostrarle nei luoghi delle istituzioni o in luoghi privati, ma aperti al pubblico, in maniera non integra o posizionate non correttamente non implica alcuna censura giuridica". Motivo per cui sono introdotte, con l’articolo 2 bis, sanzioni fino a 5mila euro e una figura pensata proprio per controllare che la bandiera sia esposta in maniera consona.

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