Fratelli d’Italia torna a crescere nei sondaggi politici, crolla il Movimento Cinque Stelle
Fratelli d'Italia torna a crescere nei sondaggi, dopo diverse settimane di tendenza negativa. Invece, crolla il Movimento Cinque Stelle, che in circa un mese perde un punto e mezzo. È quanto emerge dall'ultimo sondaggio politico elettorale di Nando Pagnoncelli, pubblicato dal Corriere della Sera. Secondo il sondaggista il mese di maggio è stato ricco di avvenimenti, dal decreto Lavoro all'avvio della stagione di riforme: tutti elementi che hanno influito nelle intenzioni di voto degli italiani. Ma vediamo nello specifico come si comporterebbero gli italiani se fossero chiamati oggi alle urne.
Fratelli d'Italia è saldamente il primo partito nel Paese, anche se non riesce ancora a tornare sopra la quota del 30%, ormai ricordo di marzo. Rispetto a un mese fa, però, il partito di Giorgia Meloni guadagna 0,6 punti percentuali e arriva così al 29,6%. Risale anche il principale alleato di FdI al governo, la Lega, che recupera 0,2 punti percentuali e arriva all'8,2%. In calo invece Forza Italia, che ne perde 0,3 e scivola al 7,7%.
Per quanto riguarda l'opposizione, anche il Partito democratico risulta in flessione secondo il sondaggio di Pagnoncelli. Con un calo dello 0,3% i dem si trovano al 20,4%. Il Pd rimane comunque la seconda forza politica nel Paese e ha ridotto la distanza con FdI rispetto a qualche mese fa: se a inizio anno, infatti, questa era di circa 14 punti, ora è appena di 9.
Crolla invece il Movimento Cinque Stelle, che perde 1,5 punti percentuali nell'ultimo mese e scende al 15%.
Per quanto riguarda le forze politiche minori, sia l'Alleanza di Verdi e Sinistra che Azione e Italia Viva sono sopra la soglia di sbarramento, secondo il sondaggio di Pagnoncelli, al 3,5% per quanto riguarda AVS e Azione e al 3% per quanto riguarda Italia Viva.
In generale il centrodestra rispetto a un mese fa aumenta i suoi consensi di 0,2 punti percentuali arrivando al 46,5%, mentre il centrosinistra perde lo 0,6% e come area si porta al 25,7%. Gli indecisi, ad ogni modo, rimangono il 39,5%.