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Elezioni politiche 2018

Fratelli d’Italia: “Salvini deve fare il presidente del Senato. Senza maggioranza, si va al voto”

Per l’ex ministro della Difesa e attuale esponente di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa, Matteo Salvini dovrebbe proporsi per la presidenza del Senato. “Un altro leghista alla presidenza del Senato significherebbe che Salvini è più capo della Lega che capo della coalizione”. Proseguendo, La Russa dichiara inoltre di non essere favorevole a un accordo di governo che non sia completamente di centrodestra.
A cura di Charlotte Matteini
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La presidenza del Senato dovrebbe andare al leader del Carroccio, Matteo Salvini. A dichiararlo è Ignazio La Russa, ex ministro della Difesa ed esponente di Fratelli d'Italia. Secondo La Russa, "il titolo di apertura del film indica Salvini incaricato da tutti i partiti del centrodestra di cercare i numeri per fare un governo di centrodestra, vediamo prima questo. Non vogliamo un governo qualsiasi, non uno come quello di Monti, altrimenti meglio tornare a votare per cercare di avere una maggioranza". Proseguendo, l'ex ministro ha dichiarato che Fratelli d'Italia sosterrà solamente un esecutivo di centrodestra, escludendo dunque eventuali contaminazioni e accordi con Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. "Chi dovrebbe essere presidente Senato si chiama Matteo Salvini perché se vuole davvero diventare presidente del Consiglio sa che essere presidente del Senato agevola il presidente Sergio Mattarella nell'affidargli l'incarico", ha sottolineato La Russa parlando della trattativa per la nomina dei futuri presidenti delle Camere, che verranno eletti dal prossimo 23 marzo nell'ambito della prima seduta parlamentare della nuova legislatura.

Secondo l'ex ministro, "un altro leghista alla presidenza del Senato significherebbe che Salvini è più capo della Lega che capo della coalizione", dunque per questo motivo il Carroccio dovrebbe puntare proprio sul nome di Matteo Salvini. In sostanza, ascoltando le parole dell'esponente di Fratelli d'Italia, appare evidente come una ipotetica apertura al Movimento 5 Stelle, paventata dallo stesso Salvini a più riprese, non sia affatto presa in considerazione dagli alleati della coalizione di centrodestra. Una quadra, però, andrà trovata, perché né il centrodestra né il Movimento 5 Stelle hanno i numeri per governare in mancanza di accordi e appoggi esterni, una partita che dovrà risolvere il Capo dello Stato tra poche settimane, con l'inizio delle consultazioni al Quirinale.

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