Fratelli d’Italia ci ricasca: usa foto di papà gay per un manifesto, ma non ha il permesso
Una fotografia che ritrae una coppia canadese felice ed emozionata che stringe per la prima volta il figlio appena nato è stata utilizzata da Fratelli d’Italia per un manifesto contro la maternità surrogata. Il partito di Giorgia Meloni, stando alla denuncia arrivata dagli stessi genitori ritratti nella foto, ha usato quello scatto senza avere alcun permesso, all’insaputa dunque sia dei protagonisti che del fotografo. Sul manifesto di Fratelli d’Italia la foto (scattata da Lindsay Foster nel 2014 e che, diventata virale, ha emozionato milioni di persone) è rovinata dalla scritta: “Lui non potrà mai dire mamma. I diritti da proteggere sono quelli del bambino”. Un messaggio che naturalmente non può piacere alla coppia canadese tanto che uno dei due papà, BJ Barone, quando si è accorto di quanto stava accadendo in Italia si è affidato ai social network per pubblicare diversi post di denuncia, confermare che la Meloni non aveva alcun diritto di usare la loro foto, e chiedere dunque ai media di sostenerlo. La notizia è quindi arrivata in Italia e allo stesso tempo è stata ripresa anche dai media di altri paesi, a partire da quelli canadesi.
Le precedenti “gaffe” di Fratelli d’Italia – BuzzFeed ha riportato anche le parole di Barone: “Stanno usando la nostra foto a fini politici, per dire che stiamo negando a Milo il diritto a una madre. Chiaramente è una cosa che non sosteniamo e con cui non siamo d'accordo”, ha spiegato il papà mentre la fotografa titolare dei diritti ha detto di valutare un'azione contro chi usa lo scatto in questo modo. C’è da dire che non è la prima volta che Fratelli d’Italia dimostra di avere qualche “problema” con i diritti delle foto. In passato il partito della Meloni aveva utilizzato senza permesso, per supportare un’altra campagna politica, una foto di Oliviero Toscani. Ciò fece arrabbiare il fotografo e alla fine il partito si scusò e ritirò la campagna. Qualche mese fa, inoltre, lo stesso partito ha usato su un volantino anti gender – ancora una volta senza autorizzazione – un’immagine di Rose Morelli contro l’omofobia.