Frasi di Bignami sugli alluvionati, Furfaro: “Si dimetta, lo ricorderemo solo per le foto da nazista”
Le parole del viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami, che si è detto pronto a ritirare i ristori agli alluvionati se dal Pd continueranno ad attaccare il governo, "sono vergognose", secondo il dem Marco Furfaro. "Ma non mi sorprendono – continua il deputato – perché si vede che le pensa davvero. Si è fatto beccare con le mani nella marmellata durante una piccola iniziativa, in cui non pensava di essere ripreso. Significa che era sincero, purtroppo".
Qual è la prima cosa che ha pensato quando ha visto quel video?
Lì per lì ho sperato che fosse un fake. Poi ho pensato non solo agli alluvionati dell'Emilia, ma anche a quelli della mia terra, la Toscana, che hanno ricevuto ancora meno soldi. Sono sconcertato ma non sorpreso, purtroppo. Bignami è un personaggio fuori dalla grazia di Dio. Del resto, in vita sua è salito agli onori delle cronache solo per le sue bizzarrie anche molto prima di oggi.
Lei si riferisce a una nota foto del viceministro.
Certo. O forse qualcuno si ricorda di Bignami per un suo atto politico o per una sua dichiarazione illuminante? È uno che la gente fino a ieri conosceva solo perché si era travestito da nazista a una festa di carnevale. Se avesse dato i soldi agli alluvionati magari qualcuno lo potrebbe ricordare per quello. La cosa vergognosa è che i diritti e il dolore dei cittadini non sono di destra o di sinistra: se il messaggio è che i ristori agli alluvionati sono anteposti alle idee politiche, allora non siamo più in una democrazia. Siamo in una monarchia, neanche troppo illuminata.
Però Bignami sostiene che il Governo abbia già stanziato 6 miliardi. Non sono abbastanza?
La verità è ben altra. Faccio l'esempio del mio territorio solo perché lo conosco meglio: io a Prato non avevo mai visto tutta quell'acqua in 40 anni. Forse Bignami passa le giornate chiuso dentro il suo ufficio e non sa nemmeno di cosa parla. Quando c'è stata l'alluvione tutti si sono messi a spalare il fango, poi sono stati costretti a indebitarsi. Oppure, chi era un po' più fortunato, ha dovuto spendere tutto quello che aveva. Dal Governo gli unici aiuti sono dei soldi goccia a goccia, che non si sa quando e se arrivano. La gente ha bisogno di ristori, di far ripartire le attività, e invece deve sorbirsi queste minacce indecenti. In un paese civile si sarebbe dimesso. Oppure glielo avrebbe imposto il presidente del Consiglio.
State strumentalizzando l'alluvione come sostiene Bignami?
Fa ridere che chi ha sempre strumentalizzato ogni tragedia, da Amatrice in poi, ora accusi noi di "contro-strumentalizzare". Anche perché Bignami ha detto cose ben precise – che sicuramente pensa – e non frasi dubbie o passibili di interpretazione. E le sue opinioni purtroppo sono condivise all'interno della maggioranza. Un parlamentare toscano di alto rango – di cui non le posso fare il nome perché era una riunione riservata – ha detto più o meno le stesse cose: non ostacolateci, non fate troppi emendamenti, altrimenti i soldi non li mandiamo. Ci attaccano per ottenere quattro voti in più, sulla pelle dei cittadini in difficoltà. Ma sono sicuro che le persone si ribelleranno. Non sono servi: sanno che i diritti esistono per tutti e a prescindere. Non sono privilegi per pochi, come qualcuno vorrebbe.
Come al solito, quando si avvicinano le elezioni i toni si alzano da tutte le parti politiche e si arriva a frasi di questo genere. È inevitabile che sia così?
Non è inevitabile, anzi. Però chiariamo un aspetto: non penso che Bignami abbia detto queste frasi per calcolo o per alzare consapevolmente i toni. Era una piccola iniziativa in cui c'era qualcuno che ha fatto un video, non era davanti alle telecamere. E questo è ancora più grave perché significa che quello che ha detto lo pensa veramente. Si è fatto beccare con le mani nella marmellata.
Fanpage.it ha sentito alcuni sindaci dei Comuni colpiti dall'alluvione che ci hanno spiegato che la vera urgenza per loro sono i beni mobili, non gli immobili a cui il ministro Musumeci ha dato priorità e su cui ha rivendicato risultati. Di che tipo di ristori hanno più bisogno gli alluvionati?
Servono i soldi, questa è la priorità. È chiaro che ci siano dei beni da cui non si può prescindere, ad esempio i macchinari per far ripartire le aziende. Distinguere tra beni mobili e immobili è difficile. Sono tutte facce dello stesso prisma. Le faccio l'esempio di Prato, dove c'è un distretto tessile tra i più grandi d'Europa. Aziende e piccole imprese sono state colpite dall'alluvione ed è crollato tutto. Ci hanno rimesso anche quelle non colpite, perché ognuna è collegata all'altra. Se non le fai ripartire immediatamente, fai crollare un distretto. Se dal governo sbloccassero i ristori, invece di minacciare ricatti, saremmo tutti più felici.