Franco Nicoli Cristiani, il politico arrestato che riceverà 340mila euro di liquidazione
Una liquidazione di 340mila euro e un vitalizio da quasi 5mila euro al mese. A meritarsi il ghiotto bottino è Franco Nicoli Cristiani, ex vice-presidente del Consiglio regionale lombardo e numero due del Pdl regionale, arrestato lo scorso 30 novembre per una presunta tangente da 100mila euro. Nicoli Cristiani, 68 anni e 4 legislature sul groppone, otterrà quindi un cospicuo trattamento di fine mandato più una bella pensioncina, spese inserite in fretta e furia nel bilancio del Consiglio regionale che è stato approvato martedì. Per avere i 340mila euro, quelli che sanciscono la fine della sua carriere politica in regione, dovrà attendere al massimo una sessantina di giorni.
Un trattamento di riguardo, senza alcun dubbio. Ma è giusto che l'ex vicepresidente del Consiglio lombardo riceva questa grossa somma dalla Regione nonostante le pensanti ombre sulla sua condotta? Nicoli Cristiani è stato arrestato lo scorso 30 novembre perché accusato di corruzione e traffico illecito di rifiuti: per i pubblici ministeri Silvia Bonardi e Carla Canaia, si sarebbe adoperato per ammorbidire i controlli su siti in cui venivano smaltiti dei rifiuti speciali. Ovviamente in cambio di denaro. E la pioggia di quattrini che il Pirellone cospargerà sul suo capo ad alcuni sembra tutt'altro che opportuna.
I funzionari della Regione Lombardia, come riporta Corriere.it, spiegano che c'è un unico modo per congelare i pagamenti a Nicoli Cristiani: "la Giunta regionale dovrebbe costituirsi parte lesa al processo". Nulla da versare, quindi, almeno in attesa di giudizio. Già, ma la Giunta opterà per questa soluzione? Il leghista Davide Boni, presidente del Consiglio regionale, ha dichiarato che ci si è "limitati a dar corso alla pratica, sollecitati dalla segreteria di Nicoli. Quei soldi sono messi a bilancio, ma è chiaro che ci aspettiamo un segnale importante dalla Giunta". Un segnale che aspettano anche i cittadini lombardi.