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Forze dell’ordine per proteggere le scuole a rischio: l’annuncio di Valditara

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, dopo l’aggressione dell’insegnante a Varese, annuncia nuove misure di sicurezza nelle scuole: “Nelle aree particolarmente a rischio si può immaginare una presenza delle forze dell’ordine”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo l'aggressione a una professoressa 57enne a Varese, accoltellata alla schiena ieri mattina all’Enaip di via Uberti da uno studente 17enne, poi arrestato dalla polizia con l'accusa di lesioni, il ministro dell'Istruzione Valditara annuncia nuove misure di sicurezza nelle scuole.

"Nelle aree particolarmente a rischio si può immaginare una presenza delle forze dell'ordine a protezione di alcune scuole", ha detto in un'intervista al Messaggero il ministro dell'Istruzione. Valditara invece non pensa sia possibile "prevedere metal detector o cose del genere" in ogni istituto.

Le aggressioni agli insegnanti sono in aumento e i numeri del ministero lo confermano. C'è però un dato che il ministro Valditara sottolinea in particolare: "Per le aggressioni compiute dai genitori si registra un aumento esponenziale".

Il confronto è sui dati dell'anno scolastico 2022-23: "Sì perché non abbiamo dati precedenti: il monitoraggio lo abbiamo istituito l'anno scorso, prima non si sapeva quali e quanti fossero gli episodi di violenza nelle scuole italiane. Ma in questo confronto da un anno all'altro registriamo un fenomeno significativo. Nell'ultimo anno scolastico – aggiunge – avevamo avuto 36 casi, ora dopo neanche cinque mesi siamo a 27, ma se guardiamo solo alle aggressioni da parte dei familiari c'è già un aumento del 111 per cento. Per gli episodi di cui sono responsabili gli studenti invece si registra un leggero calo, -11 per cento". Questo "ci fa pensare che c'è una responsabilità educativa forte delle famiglie. Ecco perché, se un genitore aggredisce o prende a pugni un docente o un preside, deve risponderne nei confronti non solo dell'aggredito, ma anche dello Stato. È lo Stato a subire un danno di immagine e reputazionale, e dunque ha il diritto di essere risarcito".

La vicenda di Varese sembra soprattutto la storia di un disturbo neuropsicologico: "È chiaro – osserva il ministro – che agire solo dal punto di vista repressivo non basta, bisogna intervenire prima. Quando un ragazzo ha problemi che possono sfociare in episodi di aggressività non può essere abbandonato a sé stesso. Anche dare valore al voto in condotta, come abbiamo fatto nel disegno di legge ora all'esame del Parlamento, per questi casi serve a poco". E quindi: "La scuola deve essere supportata con un servizio di tipo psicologico, eventualmente psichiatrico. I ragazzi che abbiano un forte disagio vanno aiutati. Voglio parlarne con il collega Schillaci: se il ministero della Salute sarà d'accordo – conclude Valditara -, potremmo creare un presidio a livello di distretti provinciali, per offrire alle famiglie e alle scuole un punto di riferimento, un presidio territoriale a cui rivolgersi".

Erano stati già i sindacati a chiedere un intervento al ministero di Viale Trastevere: "L'episodio di questa mattina a Varese, che fa seguito a quello di Taranto, mostra un preoccupante aumento degli episodi di violenza che toccano le scuole e il loro personale. È necessario che si ponga, a questo punto, il problema di garantire la sicurezza nell’accesso alle scuole", aveva detto in una nota il Coordinatore nazionale della Gilda Insegnanti, Rino Di Meglio.

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