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Forza Italia è allo sbando: l’iper-renzismo di Silvio non paga (e non piace)

Fortissimi malumori per una linea appiattita su Renzi e sulla Lega. Raffaele Fitto rinvigorito aumenta i proseliti. E i senatori non vedono l’ora di tornare alle urne prima che la riforma venga approvata….
A cura di Carlo Tarallo
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Forza Italia allo sbando, di nuovo, e inaspettatamente. O forse neanche tanto: la questione-Consulta ha fatto saltare il tappo dei malumori interni al partito. Silvio Berlusconi era certo, certissimo, che Antonio Catricalà ce l’avrebbe fatta, che il candidato suo e di Gianni Letta sarebbe stato eletto. Niente da fare: schiaffo al leader e Donato Bruno alla riscossa. “Il nome di Donato Bruno – racconta una fonte attendibilissima – è stato partorito dai gruppi parlamentari e in particolare dai senatori fin dal primo momento. Se passa lui, per Denis Verdini e Silvio Berlusconi sarà una cocente sconfitta. Il partito è cambiato”. Che è successo?

Il voto subito? Non fa paura a nessuno – E’ successo che ormai la minaccia “se salta l’accordo con Renzi si vota” non fa più paura a nessuno, all’interno di questa Forza Italia iper-renziana e tornata interamente nelle mani di Denis Verdini, dopo il “patto d’acciaio” siglato tra il toscanaccio e il cerchio magico. Non solo: per la prima volta nella storia di un organo elettivo, i suoi stessi componenti non vedono l’ora che un “incidente” di quelli seri convinca Matteo Renzi che sia arrivata l’ora di tornare alle urne per poter contare su una pattuglia di parlamentari democratici allineati al loro leader e non, come accade ora, sistemati in lista dalla vecchia dirigenza e quindi insofferenti al rottamatore. “Se si va al voto ora, il Senato è salvo”: ripetono in tanti, tantissimi parlamentari soprattutto di Forza Italia, che intravedono una possibilità, seppure tra mille tabelle che vedono il partito in costante calo di consensi e eventuali eletti, di restare in sella. Ma non è tutto.

Silvio zittisce Brunetta troppo critico con Renzi – C’è un malessere profondo, una insoddisfazione dilagante, verso la totale subalternità di Forza Italia al Partito Democratico. La vicenda del “Mattinale”, il bollettino interno quotidiano degli “azzurri”, è emblematica. Affidato alla cura del capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, il Mattinale si è distinto fino alla fine di luglio per attacchi mirati, duri e molto argomentati alla politica economica del governo. Finché, a partire dalla metà di agosto, le critiche si sono dissolte. Perché? Stando a quanto trapela dai corridoi del quartier generale azzurro, sarebbe stato lo stesso Berlusconi ad avvertire Brunetta: o si interrompevano gli attacchi a Renzi o si interrompeva l’avventura di Brunetta alla guida del Mattinale. E così, ovviamente, è andata.

Fitto riprende vigore – Non è un caso neanche che la “fronda” interna di Raffaele Fitto, rispetto a qualche mese fa, oggi raccolga molti più proseliti anche se i toni dell'europarlamentare pugliese si sono fatti meno aggressivi. Fitto esprime un malumore ormai diffusissimo anche e soprattutto tra gli elettori di Forza Italia, che vedono l’economia andare sempre peggio e non colgono alcun segnale di vitalità da parte del centrodestra e del partito di riferimento: zero proposte, zero idee, zero opposizione a Matteo Renzi. La sensazione è che il “patto del Nazareno” sia più un affare privato che politico, e che dunque il destino di Forza Italia sia quello di diventare un partitino alleato a vita con il Pd.

Forza Italia o Forza Lega? Il Sud dimenticato da Berlusconi – Infine, c’è un altro fattore di fortissima inquietudine all’interno di Forza Italia, e riguarda il Sud. La linea politica è ormai totalmente appiattita su quella della Lega Nord di Matteo Salvini, che in tanti sognano addirittura di vedere correre come leader del centrodestra. Il meridione è scomparso completamente dall’agenda di Silvio Berlusconi, e a farne le spese potrebbero essere i candidati governatori meridionali.

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